La crescita economica statunitense ha iniziato a rallentare lo scorso anno, con una previsione di incremento del PIL del 2,3% nel 2019 e dell'1,7% nel 2020.
Previsioni delle prestazioni dei settori industriali statunitensi
Principali sviluppi economici
L‘espansione economica sta perdendo slancio
La crescita economica statunitense ha preso a rallentare lo scorso anno, con un'espansione prevista del PIL del 2,3% nel 2019 e dell'1,7% nel 2020. La continua frenata negli investimenti, nella spesa pubblica e nelle esportazioni aumenta la dipendenza da una solida e ulteriore crescita nei consumi privati. Numerosi rischi al ribasso potrebbero accelerare il rallentamento dell'economia nel 2020.
Si prevede una significativa riduzione nella crescita degli investimenti
Nel 2020, la prospettiva di ulteriori spese per incentivi a livello fiscale è limitata da altre priorità politiche, tra cui l'inchiesta per l'impeachment e le sfide per la definizione delle politiche dei principali partiti in vista delle elezioni di quest'anno. Anche il calo subito dalla produzione industriale e le incertezze relative agli scambi commerciali hanno avuto effetti sulla crescita degli investimenti. Nonostante la recente "Fase uno" dell'accordo commerciale USA-Cina, l'ambiente imprenditoriale rimarrà debole, poiché questo primo accordo non è in grado di fornire la chiarezza necessaria sulla futura politica commerciale.
Gli investimenti aziendali si sono contratti nel secondo e nel terzo trimestre del 2019, e non è prevista alcuna ripresa significativa nel 2020. I profitti societari sono assottigliati dalla maggiorazione dei prezzi delle importazioni (provocato da tariffe superiori), dall'aumento dei costo del lavoro e dal calo della domanda esterna. Le esportazioni statunitensi sono interessate dalla persistente incertezza a livello commerciale, dal calo della domanda nei mercati di esportazione chiave, tra cui la Cina e l'area dell'Euro, dal rallentamento su scala mondiale del settore manifatturiero e dallo svantaggio concorrenziale per gli esportatori dato da un dollaro forte.
Per il momento, la spesa dei consumatori rimane solida
I consumi privati costituiscono più dei due terzi dell'attività economica statunitense e sono aumentati costantemente nel corso degli ultimi anni, con una crescita media dell'1,9% su base annua dal 2016. Sebbene le previsioni per il 2020 siano meno favorevoli, i consumi privati dovrebbero subire soltanto un calo graduale, poiché il basso tasso di disoccupazione, la continua crescita dei salari (pur inferiore rispetto agli ultimi due anni) e l'inflazione ancora modesta sostengono un'ulteriore crescita. La recente "Fase uno" dell'accordo commerciale USA-Cina dovrebbe inoltre sostenere la crescita dei consumi delle famiglie, perché almeno per il momento le minacciate tariffe sui beni di consumo sono state annullate.
La resilienza dei consumi privati è sostenuta della struttura delle finanze delle famiglie americane, decisamente migliore rispetto a quanto non fosse alla vigilia della crisi creditizia del 2008. Le famiglie statunitensi hanno ridotto il proprio indebitamento, portandolo da quasi il 100% al 75% del PIL. I tassi di risparmio personale sono aumentati considerevolmente, dal 3% della metà degli anni 2000 a circa l'8% nel 2019.
Date le aspettative di inflazione bassa, la Federal Reserve ha ridotto il tasso di interesse di riferimento più volte da luglio 2019. In larga misura, questi tagli sono percepiti come una "polizza assicurativa" per l'economia degli Stati Uniti contro il rallentamento a livello globale e dovrebbero contribuire a sostenere la crescita dei consumi privati.
Significativi rischi al ribasso potrebbero condurre a una recessione
Il rallentamento economico previsto per il 2020 rimane sensibile ai rischi al ribasso. In assenza di un contributo significativo alla crescita da parte degli investimenti e delle esportazioni, qualsiasi shock in grado di avviare un calo considerevole della crescita dei consumi delle famiglie potrebbe mandare in recessione l'economia statunitense. La scintilla potrebbe essere rappresentata da un crollo del mercato azionario, causato dalla lotta USA-Cina per dominare l'industria high-tech. Anche un'impennata del prezzo del petrolio colpirebbe direttamente i consumatori statunitensi sotto forma di aumento dei prezzi dell'energia e dei combustibili. Poiché la posizione relativa alla politica commerciale dell'attuale amministrazione rimane incerta, gravi problematiche commerciali con Messico e/o UE metterebbero sotto considerevole pressione i produttori USA.
Andamento delle insolvenze
Le insolvenze tornano ad aumentare dopo nove anni di decrementi
Dopo nove anni di contrazioni annuali, il numero di fallimenti delle aziende
statunitensi è aumentato del 2,5% su base annua. Le aziende hanno dovuto affrontare
costi di finanziamento più elevati (dovuti alla stretta della politica monetaria
della Federal Reserve nel 2018 e all‘inizio del 2019), ma anche il dollaro forte e
la distensione della politica fiscale prociclica hanno avuto conseguenze. Inoltre,
l‘incertezza in fatto di politica commerciale ha colpito sempre di più gli investimenti
aziendali, poiché i più elevati costi delle importazioni hanno eroso i profitti.
Per quanto possa fungere da mitigatore per le aziende statunitensi contro un
rallentamento più acuto, la distensione della politica monetaria, in corso da luglio
2019, potrebbe non bastare a evitare un ulteriore aumento fino al 4% nelle richieste
di fallimento nel 2020. I costi delle importazioni più elevati e la diminuzione
degli investimenti, a causa della continua incertezza data dalle problematiche
commerciali, continuano ad avere effetti sulle aziende. Le barriere commerciali
bilaterali provocano al momento un numero maggiore di insolvenze nel settore
agricolo, mentre i negozi al dettaglio, in particolare, sono vulnerabili agli elevati
costi delle importazioni.
Il debito societario in aumento costituisce un rischio al ribasso
Il debito societario statunitense è nuovamente aumentato negli ultimi due anni,
poiché le aziende hanno potuto accedere facilmente a finanziamenti con tassi
di interesse ridotti. Numerose aziende hanno sfruttato l‘ampia disponibilità di
capitali per corrispondere somme elevate agli azionisti invece di investire nell‘economia
reale, accrescendo così la propria vulnerabilità agli shock economici e
finanziari. Sebbene le finanze delle famiglie siano più sane rispetto a dieci anni
fa, il debito societario superiore e il merito creditizio delle aziende potrebbero
provocare un numero maggiore di insolvenze nel 2020 rispetto a quanto attualmente
previsto.
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