Attualmente si prevede che l'economia si espanderà del 3,5% circa nel 2020, ma ciò dipende da una buona performance nell'agricoltura, nel turismo e nelle esportazioni.
Situazione politica
Una monarchia stabile, ma i rischi persistono
La situazione politica è piuttosto stabile. Il re Mohammed VI accentra la maggior parte del potere politico nelle sue mani. Non vi è alcuna minaccia immediata per la monarchia e l'establishment in quanto il re gode di una buona popolarità tra la gente.
Tuttavia, le tensioni sociali sono aumentate dal 2017 a causa di problemi persistenti (elevata disoccupazione giovanile, disuguaglianza di reddito, accesso limitato al servizio sanitario e corruzione) portando a proteste nella parte settentrionale del paese. Il governo ha risposto accelerando i programmi sociali e i progetti di investimento, ma le riforme più fondamentali non sono all'orizzonte. Tuttavia, non si prevedono disordini diffusi a breve termine.
Il Marocco rimane vulnerabile alla minaccia dell'estremismo islamico. In particolare, i combattenti marocchini di ritorno dalla Libia o dalla Siria rappresentano una preoccupazione per le autorità. Negli ultimi anni, tuttavia, il paese non è stato colpito da gravi attacchi terroristici. Preservare la sicurezza per evitare un impatto negativo sul turismo è molto importante per il governo, considerata l'importanza delle entrate del turismo per l'economia.
Situazione economica
Maggiore potenziale di crescita a medio termine
Tradizionalmente leader nella produzione di prodotti agricoli e fosfati, il Marocco ha messo in atto riforme strutturali per diversificare la sua economia sviluppando la produzione industriale, soprattutto i settori trainati dall'esportazione (automobili, aeronautica ed elettronica), e per creare un ambiente favorevole agli investimenti (le agevolazioni fiscali hanno attirato molti investitori). I bassi costi unitari del lavoro e una moneta leggermente sottovalutata rafforzano la competitività del Marocco. Dal 2000 il PIL pro capite è aumentato del 70% in termini reali.
Tuttavia, nonostante questi importanti progressi, permangono alcune debolezze. Il paese rimane fortemente dipendente dall'agricoltura, che impiega ca. il 40% della forza lavoro, e la volatilità nel comparto della produzione agricola (ad es. a causa delle condizioni atmosferiche avverse) ha rilevanti ripercussioni sui consumi privati e l'economia.
Il turismo, le esportazioni di automobili e le rimesse generano la maggior parte delle entrate in valuta estera, ma dipendono in larga misura dalla situazione economica in Europa. Il Marocco è anche vulnerabile all'aumento dei prezzi del petrolio, essendo un importatore netto di petrolio. Infine, i bassi livelli di istruzione, le deficienze infrastrutturali, l'inefficienza del mercato del lavoro, le barriere all'accesso del mercato e un accesso limitato ai finanziamenti rappresentano uno scoglio non indifferente, e la concorrenza dall'Asia limita la capacità di guadagni futuri nel settore manifatturiero.
La crescita economica dovrebbe diminuire leggermente nel 2019, principalmente a causa della debole domanda dall'Europa. Attualmente si prevede un'espansione dell'economia di circa il 3,5% nel 2020, tuttavia ciò dipende da prestazioni decenti nel settore dell'agricoltura, turismo ed esportazioni. L'inflazione resterà al di sotto dell'obiettivo del 2% della Banca centrale. Questo, insieme ad una politica monetaria accomodante e ad una maggiore spesa pubblica, dovrebbe sostenere la crescita dei consumi privati.
Il settore bancario beneficia di una regolamentazione rigorosa, con coefficienti di adeguatezza patrimoniale e livelli di liquidità sufficienti. Sebbene i livelli dei prestiti deteriorati rimangano elevati (a causa dell'esposizione delle banche ai mercati in Africa e del declino della qualità degli attivi in settori domestici come l'edilizia), sono attentamente monitorati e sono previsti accantonamenti per il 70% dei crediti in sofferenza.
Le sovvenzioni in corso e gli investimenti in infrastrutture mantengono elevate le spese pubbliche e il disavanzo fiscale dovrebbe aumentare nel 2019, a causa della maggiore spesa sociale al fine di contenere le proteste sociali. Il debito pubblico ammonta ad oltre l'80% del PIL: una percentuale elevata se raffrontata a quella di altri mercati emergenti.
Tuttavia, il profilo del debito attenua i rischi di rifinanziamento, in quanto gran parte di esso (circa l'80%) è finanziato a livello nazionale e la scadenza media è stata estesa a oltre sette anni. Allo stesso tempo, il Marocco ha completato con successo tre programmi consecutivi di precauzione e linea di liquidità (PLL) con l'FMI (da cui non ha attinto) e per i prossimi due anni è stato garantito un programma di follow-up. Questo dovrebbe rassicurare gli investitori stranieri e contribuire a superare la pausa temporanea nel consolidamento fiscale. Il programma mira a ridurre il disavanzo fiscale nel 2020 e nel 2021, principalmente con misure per aumentare le entrate, comprese le riforme fiscali. Le entrate di un programma di privatizzazione, che contribuirà anche a semplificare le imprese statali fortemente indebitate, ridurranno ulteriormente le esigenze di finanziamento del governo.
La posizione esterna del Marocco è accettabile con un livello di debito estero ragionevole di circa il 45% del PIL. I ricavi del turismo e delle rimesse compensano gran parte del deficit commerciale mentre gli afflussi di Investimenti Diretti Esteri rimangono solidi. Il fabbisogno di finanziamenti esterni è più che coperto da riserve estere e può essere facilmente soddisfatto dal forte sostegno dei creditori ufficiali (incluso il programma precauzionale del FMI) e da un buon accesso al mercato internazionale dei capitali. Il dirham marocchino è ancorato a un paniere di valute di EUR (60%) e USD (40%). Raccomandato dall'FMI, il piano è quello di passare a un tasso di cambio più flessibile a medio termine, al fine di proteggere meglio l'economia marocchina dagli shock esterni e migliorare la sua competitività internazionale. Tuttavia, questo processo procederà molto lentamente al fine di limitare il rischio di volatilità valutaria a breve termine. Nel frattempo il rischio di deflussi di capitali è diminuito a causa della fine della stretta monetaria degli Stati Uniti.Ciò dovrebbe rassicurare gli investitori stranieri e contribuire a superare la pausa temporanea nel consolidamento fiscale Il fabbisogno di finanziamenti esterni è più che coperto da riserve estere e può essere facilmente soddisfatto dal forte sostegno dei creditori ufficiali (incluso il programma precauzionale del FMI) e da un buon accesso al mercato internazionale dei capitali.
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