La redditività delle imprese è generalmente elevata in questo settore, ma Brexit comporta un rischio di peggioramento della redditività delle imprese e dei comportamenti di pagamento.
- Le industrie chimiche e farmaceutiche britanniche contribuiscono ogni anno con una quota di circa 18 miliardi di sterline all’economia britannica e, insieme, rappresentano i maggiori esportatori di prodotti manifatturieri. I prodotti chimici e farmaceutici costituiscono rispettivamente circa il 4,5% e attorno all’8% delle merci esportate. Il settore farmaceutico è parte integrante di un’industria globale in cui il Regno Unito è uno dei principali mercati e produttori europei.
- Le industrie chimiche e farmaceutiche comprendono principalmente piccole e medie imprese (PMI) e microimprese, affiancate da alcune grandi imprese con sede nel Regno Unito. La maggior parte delle imprese è matura e dispone di una clientela stabile in un contesto in cui le industrie sono protette da elevate barriere all’ingresso (requisiti normativi e investimenti di capitale elevati).
- La redditività delle imprese in questo settore è generalmente elevata e le prospettive di margini di profitto per i prossimi 12 mesi sono stabili. Un gran numero di imprese chimiche si affida ai finanziamenti basati sugli asset. Gli strumenti di finanziamento bancario sono adeguati e il rifinanziamento delle imprese non sembra costituire un problema.
- In media, i pagamenti nel settore chimico britannico richiedono fra i 60 e i 90 giorni. L’esperienza di pagamento è stata molto buona negli ultimi due anni e il livello di ritardi dei pagamenti è molto basso. Nel 2018 e nel primo semestre del 2019, il numero di casi di mancato pagamento e di insolvenze è stato contenuto: una tendenza che dovrebbe rimanere invariata nel secondo semestre del 2019. Ciò significa che il settore è in controtendenza rispetto all’andamento generale dei fallimenti aziendali britannici, che prevediamo aumenteranno del 7% quest’anno.
- Per il momento il nostro approccio assicurativo nei confronti del settore chimico rimane generalmente positivo per tutti i principali sottosettori (chimica di base, petrolchimica, chimica fine e speciale). Lo stesso vale per l’industria farmaceutica.
- Tuttavia, a medio termine, le potenziali ripercussioni della Brexit implicano un rischio negativo per la redditività e per il comportamento di pagamento delle imprese. Sia i prodotti chimici che i prodotti farmaceutici fanno parte di una catena di approvvigionamento UE strettamente integrata che si basa su un agevole trasferimento di ingredienti e prodotti finiti. Allo stesso tempo, l’UE rappresenta il 60% delle esportazioni di prodotti chimici e farmaceutici britannici.
- Nel caso di una “hard Brexit”, l’impatto principale sarebbe l’aumento dei dazi, con esportazioni e importazioni soggette alle tariffe del WTO. Inoltre, le perdite di cambio potrebbero rappresentare un grave rischio per le imprese. Il settore agricolo e dell’allevamento potrebbe oltretutto subire gravi ripercussioni nel caso di una “hard Brexit” dovuti a importanti cambiamenti nel sistema di sovvenzioni (con la scadenza dei sussidi UE occorrerà sostituirli per mezzo di un regime nazionale). Ciò potrebbe avere un impatto negativo sul sottosettore dei prodotti chimici agricoli.
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