Economic Outlook - Luglio 2022

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  • Generale

13 luglio 2022

Le difficoltà economiche dovute alla guerra in Ucraina, le misure di contenimento che proseguono e l'inflazione più elevata da decenni hanno generato una nuova serie di shock negativi per l'economia.

Sintesi

Gli ostacoli alla ripresa globale dalla pandemia stanno aumentando, soprattutto a causa delle strozzature nelle catene di approvvigionamenti, delle turbolenze geopolitiche nell'Europa dell'Est e dell'inflazione dilagante. L'inflazione era già aumentata nel 2021 con la ripresa della domanda dei consumatori, ma è stata acuita dalla guerra in Ucraina e dalle chiusure imposte in Cina per le nuove ondate di Covid. I prezzi globali delle materie prime sono in rapida ascesa e le banche centrali stanno faticando per mantenere il controllo della situazione, visti i crescenti timori di un altro ciclo di stagflazione, caratterizzato da bassa crescita e alta inflazione.

Elementi principali

La continuazione e l'escalation della guerra in Ucraina è il rischio principale per le nostre previsioni, che potrebbe portare a una riduzione dell'1,7% della crescita del PIL entro la fine del 2022. Tutte le regioni sarebbero colpite dalla scarsezza di beni, dall'aumento dei prezzi delle materie prime e dall'instabilità politica, con l'Europa e in particolare l'Europa dell'Est che ne risentirebbero maggiormente.

  • Nonostante la ripresa della crescita del PIL mondiale al 5,9% nel 2021, prevediamo un calo al 3,1% nel 2022, poiché l'inflazione comprime la spesa dei consumatori e i problemi della catena di approvvigionamento limitano il commercio. Per il 2023 prevediamo un ulteriore rallentamento della crescita al 3,0%.

  • Prevediamo che la crescita dell' Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) globale sarà del 7,6% nel 2022, per poi scendere al 3,8% nel 2023. Inizialmente l'inflazione ha iniziato a salire a causa di un'impennata della domanda dovuta all'allentamento delle restrizioni imposte per il Covid, mentre le strozzature nelle forniture hanno mantenuto il livello dell'offerta basso. La guerra in Ucraina ha poi esacerbato l'inflazione, in quanto le materie prime globali, in particolare il carburante e il grano, sono carenti e i prezzi aumentano ulteriormente. Le banche centrali stanno aumentando aggressivamente i tassi di interesse per combattere l'inflazione e normalizzare la politica monetaria dopo la pandemia.

  • Sebbene il commercio globale stesse crescendo in modo sano all'inizio del 2022, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e le successive sanzioni hanno interrotto completamente questa crescita. Anche la severa politica cinese del Covid zero e le misure di contenimento hanno frenato il commercio globale. Nel complesso, prevediamo che, con la diffusione endemica del Covid, le interruzioni della catena di approvvigionamento si attenueranno, favorendo il commercio globale.

  • La crescita del PIL nelle economie avanzate dovrebbe rallentare al 2,7% nel 2022 e al 2,1% nel 2023. I consumatori sentono la pressione dell'aumento dell'inflazione, in particolar modo causata dai prezzi elevati dell'energia in Europa e dagli squilibri tra domanda e offerta negli Stati Uniti. I continui problemi di approvvigionamento a livello globale frenano la crescita delle esportazioni nelle economie avanzate, insieme al generale consolidamento fiscale.

  • Si prevede che la crescita del PIL nelle economie di mercato emergenti (EME) sarà quasi dimezzata nel 2022, scendendo al 3,5% rispetto al 6,9% del 2021. Le EME risentono anche della strozzatura delle catene di approvvigionamento e dell'inflazione, ma, a causa dei tassi di vaccinazione più bassi, sono anche a maggior rischio di nuove ondate di Covid. Prevediamo che il Medio Oriente e l'Asia emergente registreranno una crescita maggiore nel 2022.

I risultati più rilevanti dell' Economic Outlook

Performance dell'economica globale

Le ripercussioni economiche della guerra in Ucraina, insieme alle chiusure delle principali città e dei porti in Cina, hanno generato una nuova serie di shock negativi per l'economia globale. L'inflazione sta superando i massimi da molti decenni, comprimendo i redditi reali e riducendo le prospettive di spesa dei consumatori. Questo, insieme all'accelerazione della stretta monetaria, sta inevitabilmente esercitando ulteriori pressioni sulla crescita economica nel 2022 e 2023.

Prevediamo che il PIL globale rallenti al 3,1% quest'anno e al 3,0% nel 2023. Ciò significa un ulteriore calo dello 0,3% nel 2022 e dello 0,2% nel 2023 rispetto alle nostre previsioni di aprile 2022.

Perfomance del commercio globale

La minore crescita globale, insieme all'aggravarsi delle strozzature delle catene di approvvigionamento internazionali innescate dalla guerra in Ucraina e dalla politica cinese del Covid-zero, si ripercuoterà sulla crescita del commercio mondiale, che secondo le nostre previsioni continuerà a perdere vigore, decelerando a circa il 4% annuo nel 2022 e nel 2023. Per il 2022, ciò significa una riduzione della crescita dell'1-2% rispetto alle nostre previsioni di gennaio.

Inflazione

I continui limiti della catena di approvvigionamento e gli aumenti dei costi commerciali, delle materie prime e dell'energia erano già visibili prima dell'invasione russa. La guerra in Ucraina ha dato ulteriore impulso, facendo salire l'inflazione a livelli mai visti da almeno un decennio.

Prevediamo che nei prossimi 18 mesi l'inflazione tornerà a diminuire, anche se non così rapidamente come avevamo previsto all'inizio dell'anno. Il ritorno dell'inflazione a livelli più normali richiederà più tempo e questo processo è carico di incertezze. Gli elementi di incertezza che caratterizzano la nostra valutazione sono il peso che i rialzi dei prezzi dell'energia e delle materie prime avranno sulle altre componenti dell'inflazione e la durata dell'attuale periodo di alti prezzi di queste due fondamentali componenti.

I mercati dell’energia

È probabile che la domanda di petrolio e gas subisca una certa contrazione a causa del rallentamento dell'economia e dell'aumento dei prezzi. Ciò implica che i prezzi del petrolio e del gas dovrebbero ridursi leggermente nei prossimi 18 mesi rispetto ai livelli attuali, 110-120 dollari al barile per il Brent e 133 dollari per megawattora di gas naturale olandese TTF (il benchmark europeo per il gas scambiato sul mercato).

Tuttavia, la volatilità è destinata a rimanere elevata. L'intenzione dell'UE di allontanarsi bruscamente e rapidamente dal gas russo e l'apparente volontà russa di accelerare questo processo riducendo le forniture di gas portano a perturbazioni del mercato e creano un'elevata incertezza.

I mercati delle materie prime

L'aumento dei prezzi delle materie prime si è notevolmente attenuato nel secondo trimestre del 2022 a causa del rallentamento dell'attività economica globale che ha ridotto la domanda di metalli, anche da parte della Cina. Nell'orizzonte di previsione, vediamo i prezzi dei metalli più alti del 10-15% rispetto al 2021, con una leggera tendenza al ribasso nel 2023, dopo lo shock di inizio 2022.

I prezzi dei prodotti alimentari erano già in aumento prima della guerra in Ucraina, a causa dei cattivi risultati dei raccolti e dell'energia più costosa. L'impatto della guerra sui prezzi dei prodotti alimentari si attenuerà solo gradualmente con l'aumento della produzione in altri Paesi, come l'Argentina, il Brasile e gli Stati Uniti. Il risultato è che i prezzi nel 2022 saranno significativamente più alti, con un calo solo nel 2023. 

USA

Sotto la pressione dell'aumento dei tassi d'interesse, del consolidamento fiscale e dell'inflazione elevata, prevediamo che la crescita del PIL statunitense rallenti al 2,6% nel 2022 e all'1,8% nel 2023. Prevediamo che quest'anno l'economia rimarrà solida, sostenuta dalla tenuta del mercato del lavoro, mentre l'attività economica continuerà a rallentare a causa dell'aggressivo aumento dei tassi da parte della Federal Reserve per contrastare l'alta inflazione. Prevediamo ulteriori rialzi dei tassi d'interesse nella seconda metà del 2022 per aumentare la stabilità dei prezzi, per concludere l'anno al 3,75%-4,0%. Sebbene il rischio di recessione nel 2023 sia aumentato, continuiamo a non prevedere grandi scossoni, in quanto l'inflazione viene contenuta e le prospettive si stabilizzano, sostenendo i consumi privati.

Eurozona

Prevediamo che il PIL dell'Eurozona crescerà del 2,9% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. La spesa per i servizi è destinata a riprendersi nei prossimi mesi, grazie alla normalizzazione dell'attività turistica e ricettiva. Tuttavia, nel settore manifatturiero i problemi stanno aumentando. I nuovi ordini iniziano a diminuire e i tempi di consegna rimangono elevati, poiché le chiusure in Cina influiscono sul trasporto dei principali fattori di produzione. Le imprese segnalano anche un indebolimento della domanda di beni, che riflette il riorientamento della spesa verso i servizi. La ripresa a due velocità tra i servizi e il settore industriale indica che le economie industriali come la Germania probabilmente registreranno una performance inferiore rispetto alle economie più orientate ai servizi.

Prevediamo che l'inflazione diminuisca leggermente nella seconda metà del 2022 (a una media del 6,5%). Dato il calo dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, per il 2023 si prevede un tasso d'inflazione molto più basso, pari all'1,5%. Tuttavia, questo dato sull'inflazione si basa sull'ipotesi che la guerra in Ucraina finisca o si interrompa temporaneamente nel 2022 e che non ci siano boicottaggi di petrolio e gas. In uno scenario peggiorativo di una guerra prolungata e della fine delle forniture di gas russo, il tasso d'inflazione si avvicinerebbe al 3% nel 2023.

Regno Unito

Prevediamo una crescita economica del Regno Unito del 3,6% nel 2022, seguita dall'1,3% nel 2023, una delle economie avanzate con i risultati peggiori. L'inflazione ha accelerato fino a raggiungere il picco più elevato degli ultimi 40 anni. La pressione sulle famiglie britanniche è elevata, poiché i prezzi aumentano e il sostegno fiscale del governo legato alla pandemia diminuisce. Si prevede che i redditi reali delle famiglie diminuiranno del 2,2% nel 2022, il calo maggiore da quando sono iniziate le registrazioni nel 1955. Di conseguenza, il settore dei consumi sta per entrare in recessione nella seconda metà del 2022, pesando sulla crescita. Le esportazioni nette dovrebbero migliorare gradualmente nel 2023, ma le tensioni tra il Regno Unito e l'UE sul protocollo dell'Irlanda del Nord mettono a rischio questa ripresa.

Mercati emergenti

Prevediamo che la crescita del PIL nelle EME nel complesso diminuisca dal 6,9% nel 2021 al 3,6% nel 2022, seguita da un'espansione del 4,1% nel 2023. Gli eventi in Ucraina si aggiungono ad altri problemi, come le strozzature della catena di approvvigionamento e i tassi di vaccinazione più lenti rispetto alle economie avanzate. Inoltre, il sostegno fiscale nelle EME è già stato ritirato, mentre le banche centrali di molti dei principali mercati emergenti hanno già aumentato i tassi di riferimento in risposta all'aumento dell'inflazione.

Cina

Dopo una crescita dell'8,1%, l'espansione economica della Cina rallenterà fino al 4,0% previsto per quest'anno, seguito dal 5,3% nel 2023. La politica zero-Covid ha messo a dura prova le catene di approvvigionamento e la domanda interna. Poiché il governo sembra continuare a perseguire la sua politica di zero-Covid, è probabile che l'impatto delle restrizioni sui consumi si protragga ancora a lungo. Inoltre, il mercato immobiliare cinese sta vivendo una significativa flessione. Ciò comporta una diminuzione degli investimenti, in quanto i costruttori sono inadempienti e le previsioni relative ai prezzi sono in calo.

La stagflazione incombente è il rischio principale

Il rischio per le nostre prospettive è prevalentemente geopolitico e potrebbe concretizzarsi se la guerra in Ucraina si intensificasse e/o la Russia interrompesse la fornitura di gas all'Europa. In un simile scenario, l'economia globale subirebbe essenzialmente un altro grave shock. I prezzi del petrolio e del gas si impennerebbero ulteriormente, le aspettative di inflazione aumenterebbero ancora, la fiducia subirebbe un altro colpo, il sentiment dei mercati finanziari si deteriorerebbe ulteriormente e le banche centrali inasprirebbero fortemente le loro politiche monetarie. Il risultato sarebbe una crescita del PIL bassa o nulla, accompagnata da un'inflazione elevata - uno scenario in cui le economie avanzate entrerebbero in recessione. La crescita globale potrebbe rallentare all'1,3% nel 2023, 1,7 punti percentuali in meno rispetto alla nostra previsione di base.

 

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