Peggiora il rischio di credito dei fornitori
Dopo la contrazione del 25,6% registrata nel 2020, la produzione del settore automobilistico britannico dovrebbe crescere soltanto dell’8,5% nel 2021 poiché l’attuale carenza di semiconduttori sta pesando in modo significativo sulla produzione. Lo scorso mese di settembre le immatricolazioni di nuove autovetture sono scese del 34% rispetto al 2020. Va detto, tuttavia, che i timori legati alle gravi ripercussioni per il settore causate dalla Brexit sembrano essersi attenuati: l’accordo commerciale siglato a dicembre 2020 prevede infatti la rimozione dei dazi e il libero scambio delle merci tra il Regno Unito e l’Unione Europea.
Negli ultimi due mesi i margini di profitto delle imprese hanno risentito dei continui tagli alla produzione e dell’aumento dei prezzi dell’acciaio/metalli e dell’energia. Si prevede che i margini di profitto registreranno un’ulteriore flessione poiché gli stop alla produzione di veicoli dovrebbero proseguire almeno fino al primo semestre del 2022. I fornitori devono quindi tagliare i loro livelli di produzione, spesso con breve preavviso. Il settore continua a doversi confrontare con problemi di flusso di cassa e queste difficoltà dovrebbero proseguire anche nei prossimi mesi.
I pagamenti nel settore automobilistico richiedono in media 60 giorni; tuttavia, nel caso dei fornitori con basso potere contrattuale, i pagamenti possono richiedere fino a 150-180 giorni. I casi di ritardo e insolvenza dovrebbero registrare un aumento nei prossimi dodici mesi, soprattutto per quanto riguarda i piccoli fornitori. Dopo la riduzione registrata nel 2020 e nel primo semestre del 2021, i casi di fallimento potrebbero tornare a crescere di oltre il 50% nei prossimi 12 mesi.
Alla luce dei problemi di produzione, che dovrebbero presumibilmente protrarsi fino alla metà del prossimo anno, ed al forte aumento del rischio di credito tra i fornitori, il nostro approccio assicurativo è prevalentemente restrittivo. Per quanto riguarda i concessionari, il segmento dell’usato rappresenta un’eccezione poiché le imprese hanno beneficiato dei forti aumenti dei prezzi di vendita.
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