Prevista una forte crescita per l’economia Indiana nel 2022, grazie all’accelerazione nella campagna vaccinale
Situazione politica
Il governo è ancora forte anche se sono minori gli sforzi per portare a termine le riforme
Il primo ministro Narendra Modi e il suo governo rimangono in una posizione di forza. Il Bharatiya Janata Party (BJP) di Modi ha la maggioranza assoluta nella camera bassa del parlamento, e l'opposizione rimane debole a livello nazionale. Mentre la gestione della seconda ondata di coronavirus all'inizio del 2021 ha intaccato un po' la popolarità di Modi, un tasso di vaccinazione crescente dovrebbe aiutarlo a mantenere la sua posizione dominante nella politica indiana.
Con le elezioni legislative in diversi stati in programma nel 2022 e 2023, Modi probabilmente eviterà qualsiasi iniziativa che potrebbe indebolire il sostegno popolare per il BJP. Pertanto, ci aspettiamo che l'agenda delle riforme rallenti ulteriormente. Dopo le proteste di massa per tutto l'anno scorso, nel novembre 2021 il governo ha deciso di abbandonare le controverse riforme agricole. Inoltre, dopo le proteste di alcuni sindacati, l'amministrazione ha rinviato la promulgazione di nuove leggi sul lavoro. Queste miravano ad aumentare la flessibilità del mercato del lavoro e ad attrarre più investimenti nazionali ed esteri.
A livello internazionale, le relazioni con la Cina rimangono tese. Dopo i violenti scontri sul confine comune nel giugno 2020, entrambe le parti hanno tenuto diverse tornate di colloqui per risolvere la disputa sui confini, ma nessun accordo è stato finora raggiunto. Nuova Delhi ha ulteriormente rafforzato i legami con gli Stati Uniti, l'Australia e il Giappone, condividendo con loro l'interesse strategico di bilanciare la crescente influenza della Cina in Asia meridionale e nell'intera regione Asia-Pacifico. Le relazioni con il Pakistan rimangono tese, principalmente a causa del lungo conflitto nella regione del Kashmir.
Situazione economica
Prosegue la buona crescita ma non mancano i rischi
L'economia indiana è rimbalzata dell'8,2% su base annua nel 2021, dopo una pesante contrazione del 7,0% nel 2020. Le chiusure e le interruzioni delle attività legate al Coronavirus hanno ancora ostacolato la crescita nel 1° semestre, ma con l'allentamento delle restrizioni l'attività economica ha ripreso a crescere dal 2° semestre del 2021. Tassi d'interesse più bassi, maggiore spesa pubblica e un'accelerazione delle vaccinazioni hanno sostenuto il consumo interno.
Nel 2022, il PIL indiano dovrebbe crescere di circa l'8%. Tuttavia, permangono alcuni rischi rispetto al realizzarsi di questa previsione, soprattutto a causa dell'attuale diffusione della variante Omicron in India. Nonostante l'obiettivo del governo di completare il rollout della vaccinazione entro la fine del 2021, al 31 dicembre solo il 64% della popolazione adulta indiana era completamente vaccinata. Nei prossimi mesi, lo slancio della crescita economica del Paese dipenderà dalla capacità di contenere la diffusione del coronavirus e di vaccinare la restante popolazione, compresi i minori.
Attualmente ci aspettiamo che la crescita dei consumi interni acquisti slancio dopo il 2° trimestre del 2022, dato che a quel punto si calcola che circa l'80% della popolazione sarà completamente vaccinata. Ciò dovrebbe sostenere i consumi privati, che quest'anno dovrebbero aumentare di oltre il 10%. Gli investimenti sono cresciuti molto, di oltre il 16% nel 2021 e dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2022, di circa il 7%. Tuttavia, con il tasso di utilizzo della capacità produttiva ancora di 20 punti percentuali al di sotto del livello ottimale, ci sono preoccupazioni sulla durata della ripresa degli investimenti. I bilanci ancora indeboliti delle imprese e delle istituzioni finanziarie potrebbero provocare un rallentamento nella crescita degli investimenti.
Aggiornamento delle valutazioni sull’andamento di alcuni settori chiave
Visto il buon andamento dell'economia, dall'inizio del 2021 abbiamo aggiornato la nostra valutazione della performance settoriale/situazione del rischio di credito per i settori elettronica/ICT, costruzioni e metalli/acciaio da "Scarso" a "Discreto" (vedi grafico sopra). La produzione di valore aggiunto dell'ICT dovrebbe crescere di oltre il 9% nel 2022. L'edilizia indiana è destinata a crescere di circa l'8% all'anno nel 2022 e nel 2023. La crescita nelle costruzioni, in particolare nel segmento dell'ingegneria civile, sta facendo crescere anche la domanda di acciaio e metalli, con la produzione prevista in crescita di circa l'11% e il 9% rispettivamente.
In programma l’avvio di un graduale consolidamento fiscale
La spesa pubblica è aumentata a causa della pandemia, e il deficit di bilancio ammonterà a circa il 7% del PIL nell'anno fiscale 2021/2022 (aprile 2021-marzo 2022). Ci aspettiamo che il governo avvierà un programma di consolidamento fiscale quest'anno, anche se gradualmente. Le entrate dai mancati investimenti, la monetizzazione dei beni del settore pubblico e una base imponibile ampliata contribuiranno probabilmente a ridurre il deficit al 6% del PIL nell'anno fiscale 2022/2023. Il debito pubblico rimarrà a circa il 60% del PIL, che è alto, ma non ad un livello preoccupante. Il debito pubblico è finanziato principalmente a livello nazionale, e i rating esterni sono ancora ad un livello investment grade.
Prevista una moderata stretta monetaria
Per sostenere l'economia durante la pandemia, la Reserve Bank of India (RBI) ha preso misure per sostenere il tasso di cambio e fornire liquidità al mercato. Sono state rese più semplici le procedure per l'offerta di nuovi prestiti e la classificazione dei prestiti esistenti. Nel primo semestre del 2020 la RBI ha abbassato il suo tasso di interesse di riferimento di più di un punto percentuale, al 4%.
Nel 2021, l'inflazione ha oscillato nella forbice obiettivo della RBI, tra il 2% e il 6%, consentendole di mantenere la sua politica monetaria accomodante. Tuttavia, l'impennata dei prezzi globali dell'energia e le interruzioni dell'offerta ancora in corso hanno iniziato a spingere verso l'alto i prezzi dei fattori produttivi. Questo probabilmente spingerà la RBI a innescare un moderato aumento dei tassi di interesse nel corso di quest'anno.
Prevediamo un leggero deprezzamento della rupia rispetto al dollaro nel 2022 e nel 2023, a causa dell'inflazione relativamente alta dell'India (previsione del 5% nel 2022). A questo deprezzamento contribuirà anche un graduale rafforzamento del dollaro (in vista di una politica monetaria più restrittiva della Federal Reserve statunitense). Tuttavia, allo stesso tempo, le grandi riserve di valuta estera sosterranno la valuta indiana per evitare una eccessiva volatilità. La situazione di liquidità dell'India rimane buona, con riserve internazionali a quasi undici mesi di copertura delle importazioni nel 2022, coprendo ampiamente sia il fabbisogno di finanziamento esterno che il debito estero a breve termine. L'India ha uno storico dei pagamenti eccellente, con nessun pagamento mancato dal 1970, il che le fornisce un buon accesso ai mercati dei capitali.
Ancora qualche problema nel settore finanziario
Il settore bancario indiano rimane sotto pressione a causa di un volume piuttosto elevato di attività non performanti (NPA). Queste sono concentrate nelle banche pubbliche, che rappresentano più del 70% del settore bancario. Gli NPA sono cresciuti nel 2020 a causa dell'impatto negativo della pandemia.
Tuttavia, il sostegno del governo attenua i rischi nel settore finanziario. Per rafforzare il settore e migliorare l'adeguatezza del capitale, dieci banche del settore pubblico sono state fuse in quattro con effetto dal 1° aprile 2020. Il ministero delle finanze ha versato circa 1,6 miliardi di euro in quattro banche del settore pubblico che sono sotto la pronta azione correttiva della RBI, al fine di migliorare la loro salute finanziaria. Il rapporto NPA lordo delle banche indiane è migliorato al 6,97% a fine settembre 2021, rispetto al 7,32% a fine giugno 2021 e al 7,36% a fine settembre 2020. Tuttavia, la stretta monetaria nel 2022 potrebbe frenare le capacità delle imprese di far fronte ai debiti contratti, influenzando negativamente la redditività delle banche.
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