Si prevede una forte crescita nel 2021, nonostante permangano molti rischi
Situazione politica
Le relazioni con gli USA rimangono tese
Nel complesso, la situazione politica in Cina è stabile, con il Partito comunista cinese (PCC) saldamente al potere. Il presidente Xi Jinping ha consolidato il suo potere all'interno del PCC, ed è considerato il leader cinese più potente dopo Deng Xiaoping.
Nonostante la firma di un cosiddetto accordo commerciale di "fase uno" tra Stati Uniti e Cina nel gennaio 2020, la guerra commerciale non è ancora finita, e le problematiche attuali tra Stati Uniti e Cina hanno una portata molto più ampia rispetto al solo commercio. Esse comprendono anche un campo d'azione non paritario per gli investimenti diretti, questioni di proprietà intellettuale, diversi aspetti legati al ruolo della Cina nell'economia mondiale e la crescente concorrenza per l'influenza politica nella regione dell'Asia-Pacifico. A causa delle differenze sui principi dell'ordine economico e politico, non sono in vista né una significativa riduzione della tensione né un accordo commerciale globale.
L'esito della rivalità in atto tra gli Stati Uniti e la Cina, ovvero se emergerà un rapporto di potere cooperativo o antagonistico tra Pechino e Washington, plasmerà il futuro ordine politico ed economico dell'intera regione dell'Asia-Pacifico.
Situazione economica
Un drastico rallentamento della crescita del PIL nel 2020
L'epidemia di coronavirus ha colpito duramente l'economia cinese nel primo trimestre del 2020, con un impatto immediato su vendita al dettaglio e all'ingrosso, viaggi, tempo libero, catering, immobiliare, trasporti e spedizioni. Il Pil cinese si è contratto del 6,8% su base annua nel primo trimestre del 2020. Il flusso di cassa di molte aziende è stato messo sotto pressione a causa del forte deterioramento delle vendite, mentre sono proseguiti i pagamenti di stipendi, affitti e interessi. A risentirne sono state soprattutto le aziende private che già prima dell'epidemia registravano un flusso di cassa limitato. Poiché i grandi produttori di tutto il Paese hanno cessato l'attività all'inizio del 2020, ciò ha causato notevoli interruzioni delle catene di fornitura in Cina e altrove.
Nel secondo trimestre del 2020 l'attività economica ha ripreso a crescere, del 3,2% su base annua. Tuttavia, nonostante l’interruzione dei lockdown, la ripresa della produzione e le massicce misure di stimolo sia monetario che fiscale per le infrastrutture, i consumi e la sanità, la crescita del PIL dovrebbe ridursi su base annua nel 2020, con un incremento previsto solo del 2,5% (+6,2% nel 2019).
Questo andamento economico modesto è dovuto al fatto che la Cina ha visto la sua produzione industriale e manifatturiera paralizzata nel primo trimestre del 2020. Una ampia ripresa economica è limitata dalla persistente debolezza della domanda interna. I consumatori cinesi rimangono cauti rispetto alle loro capacità di spesa, in ragione di incertezze su guadagni e prospettive lavorative. Allo stesso modo, la scarsa domanda dei mercati d'oltremare colpirà le esportazioni cinesi, che si prevede diminuiranno di oltre il 2% su base annua nel 2020. L'economia cinese è particolarmente colpita dal calo della domanda dei consumatori e dalle distorsioni delle catene di fornitura in Europa e negli Stati Uniti.
Si prevede una forte crescita nel 2021, nonostante permangano molti rischi
Attualmente si prevede per il 2021 un rimbalzo della crescita economica, fino quasi all’8% del Pil. Nonostante ciò non mancano le incertezze. Resta da vedere se in Cina l'epidemia potrà essere contenuta nei prossimi mesi. Inoltre, c'è il rischio che l'epidemia di coronavirus a livello globale abbia effetti maggiori, in termini di gravità, durata e impatto economico, innescando una recessione della crescita globale più ampia di quanto attualmente previsto.
Un altro rischio resta la disputa commerciale sino-americana e l’escalation delle tensioni tra le due superpotenze. Anche se l'accordo commerciale "fase uno" del gennaio 2020 con gli Stati Uniti ha dato un certo sollievo all'economia cinese, le tariffe doganali statunitensi in vigore su un'ampia gamma di beni di esportazione cinesi continueranno ad avere un impatto. Un'altra escalation della guerra commerciale sino-americana non è ancora del tutto da escludere, date le questioni in corso (ad esempio i sussidi cinesi e i furti di proprietà intellettuale) e il crescere delle tensioni nei rapporti bilaterali.
Messe in atto misure fiscali e monetarie, ma l'elevato indebitamento rimane un problema
Nel primo trimestre il governo e la banca centrale hanno prontamente adottato misure per attutire l'impatto dell'epidemia di coronavirus e per sostenere l'economia, compresa la fornitura di cibo e medicinali, iniettando più liquidità nel mercato finanziario, nonché riducendo i costi di finanziamento e aumentando il sostegno al credito per le imprese. Nel maggio 2020 il governo ha annunciato misure di stimolo supplementari per un valore di circa 500 miliardi di dollari al fine di sostenere l'economia, aiutare le imprese e favorire l'occupazione.
Le autorità cinesi hanno ancora spazio per maggiori stimoli attraverso la politica monetaria e fiscale, se necessario (il debito del governo centrale rimane ad un livello gestibile inferiore al 25% del PIL e viene finanziato a livello nazionale). Tuttavia, l'aumento della spesa per le infrastrutture è in qualche modo limitato dalla mancanza di adeguati progetti su larga scala, e le misure per il rilancio del settore immobiliare sono limitate dai livelli piuttosto elevati di indebitamento che si sono accumulati nell'economia.
Con un debito totale che ora si avvicina a tre volte la dimensione dell'economia, la stabilità finanziaria era in cima all'agenda prima dell'epidemia di coronavirus. Il debito delle imprese non finanziarie è pari al 155% del PIL, e il forte aumento dell'indebitamento delle famiglie negli ultimi cinque anni è stato frutto principalmente dei prestiti ipotecari. Compresi i prestiti fuori bilancio, il debito delle amministrazioni locali ammonta al 60-70% del PIL. L'amministrazione cerca di mantenere un difficile equilibrio tra il sostegno alla crescita economica e la garanzia di un ordinato processo di riduzione della leva finanziaria a medio termine.
Si prevede un forte aumento delle insolvenze nel 2020
Le insolvenze delle imprese in Cina sono aumentate negli ultimi due anni a causa della minore espansione economica e del riequilibrio dell'economia da una crescita basata sulle esportazioni a una basata sui consumi. L'espansione dell'economia formale ha messo fuori mercato molti produttori a basso costo. Le aziende altamente indebitate in settori e segmenti con capacità in eccesso rimangono vulnerabili, come il carbone e l'industria mineraria, la carta, le schede elettroniche, la cantieristica navale, il solare, l'acciaio/metalli e il tessile.
Si prevede che le insolvenze aziendali aumenteranno di oltre il 20% su base annua nel 2020. Sono interessate soprattutto le piccole e medie imprese private, in quanto molte di esse - anche quelle attive in settori con prestazioni migliori - spesso soffrono di limitate possibilità di finanziamento.
Le imprese cinesi che dipendono dalle vendite verso gli Stati Uniti rimangono vulnerabili, soprattutto nei segmenti in cui i concorrenti statunitensi chiedono a gran voce la fine del "commercio sleale", come quello dei metalli, dei macchinari elettrici/elettronici, dei tessili e dei pneumatici.