La produzione edilizia olandese è cresciuta di circa il 5% nel 2019. Tuttavia, l'aumento elevato registrato nel primo trimestre del 2019 non ha potuto essere eguagliato nel resto dell'anno.
Il settore edile olandese ha un valore stimato di circa 70 miliardi di Euro e rappresenta il 4,5% del PIL. Il numero di imprese direttamente o indirettamente attive nel settore edile è cresciuto dell’8% nel 2019, portandosi a 216.000. Di queste, circa 160.000 sono ditte individuali o con un solo dipendente, mentre sono soltanto 70 le imprese che danno lavoro a più di 250 persone.
La produzione del settore edile ha continuato a crescere di circa il 5% quest’anno. Tuttavia, l’eccezionale crescita di oltre il 10% registrata nel primo trimestre del 2019 non è proseguita nei mesi successivi. Nel 2020 la domanda del settore edile dovrebbe aumentare soltanto dello 0,5%.
Ritardo di 18.000 progetti edilizi a causa delle problematiche ambientali
I motivi principali della crescita più contenuta sono il generale rallentamento dell'economia olandese, problemi di capacità (staff e difficoltà nella concessione dei permessi) e problematiche di natura ambientale. Lo scorso mese di maggio la Corte Suprema olandese ha, infatti, stabilito che la gestione delle emissioni di azoto da parte delle imprese di costruzione (e degli agricoltori) olandesi violava la legislazione comunitaria. La conseguenza è stato il congelamento di 18.000 progetti edilizi del valore di circa 14 miliardi di Euro. Inoltre, le nuove norme in materia di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel suolo hanno portato allo stop di circa il 70% dei progetti che prevedono interventi di rimozione del suolo.
Mentre il 2019 era stato un anno ragionevolmente positivo per l'edilizia residenziale, quest’anno il numero di ordini in portafoglio ha registrato una contrazione a causa soprattutto della diminuzione delle concessioni (-33% lo scorso mese di ottobre). Le imprese edili stanno costruendo meno, mentre i progetti sono rimandati a causa delle problematiche ambientali. Anche la carenza di nuovi siti di costruzione rappresenta un problema, in particolare nella regione di Randstad.
La domanda di uffici e edifici commerciali aveva registrato un aumento nel 2019 ma negli ultimi mesi dell'anno le commesse in portafoglio sono diminuite da 10,7 a 9,4 mesi. Il segmento delle infrastrutture pubbliche è particolarmente colpito dalla questione delle PFAS e delle emissioni di azoto. Nel 2020 la produzione in questo segmento dovrebbe registrare una flessione del 3,5%.
I margini di profitto delle imprese di costruzione si sono mantenuti stabili negli ultimi 12 mesi, ma, alla luce delle attuali sfide, si prevede la possibilità di un peggioramento nel corso dell’anno. Tuttavia, il comportamento di pagamento del settore si conferma a un livello accettabile e non si prevede un aumento di ritardi nel 2020. I pagamenti nel settore edile richiedono in media 60-90 giorni. I casi d’insolvenza (escludendo le ditte individuali) hanno registrato un lieve calo, portandosi da 306 casi nel 2018 a 291 nel 2019.
Le prospettive a medio termine si confermano moderatamente positive
Nonostante la prevista riduzione delle attività del settore nel 2020, le prospettive a medio termine si confermano moderatamente positive alla luce del fatto che l’attuale contrazione non è causata dall'assenza di una domanda strutturale. Si prevede che la crescita mostrerà una ripresa una volta che saranno risolte le problematiche legate alle PFAS ed alle emissioni di azoto. Nel medio e lungo termine la domanda di alloggi dovrebbe registrare un aumento e le infrastrutture richiederanno interventi di manutenzione e ristrutturazione.
Al momento il nostro approccio assicurativo si conferma positivo o neutro. Cerchiamo soprattutto di identificare e monitorare le ditte individuali che potrebbero risentire dell'attuale declino legato alle problematiche relative alle PFAS e alle emissioni di azoto. Pur non aspettandoci un aumento significativo dei casi di fallimento nel settore edile nel 2020, non si può escludere che le imprese più piccole, soprattutto le ditte individuali, potrebbero subire ripercussioni tali da metterne a rischio la sopravvivenza nel caso di un momentaneo periodo di crisi.
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