Crescono le insolvenze con la fine dei sostegni fiscali
Il mercato britannico dei beni durevoli di consumo ha registrato una solida crescita nel 2021 e il valore aggiunto del settore retail ha visto un aumento del 7,6%. Anche se la domanda si è mantenuta elevata durante la stagione delle festività natalizie, i rivenditori hanno dovuto confrontarsi con l'aumento dei costi di produzione e con i problemi di approvvigionamento lungo la catena (per esempio il segmento dell'elettronica di consumo ha subito ripercussioni legate al ritardo delle consegne da parte della Cina). La conseguenza è stata che alcuni grandi rivenditori hanno emesso previsioni di profitto.
Si prevede che le vendite di beni durevoli di consumo registreranno un calo quest’anno poiché i forti aumenti di energia, petrolio e prodotti alimentari stanno frenando la spesa discrezionale. Gli effetti positivi della revoca dei lockdown e delle restrizioni di viaggio hanno spinto la spesa dei consumatori verso i servizi (ospitalità, viaggi). Ciò ha ripercussioni anche sui prodotti più costosi (arredamento, elettrodomestici) in un momento in cui il potere d’acquisto dei consumatori mostra una flessione. Si prevede che il valore aggiunto del segmento degli elettrodomestici registrerà una contrazione del 3,5% quest’anno.
I margini di profitto dei rivenditori di beni durevoli di consumo dovrebbero mostrare un peggioramento nel 2022. In aggiunta al calo della domanda e alla forte concorrenza, i rivenditori hanno difficoltà a trasferire gli aumenti dei costi di materie prime, energia e trasporti sui consumatori finali. Questo comporta un impatto soprattutto sui piccoli dettaglianti che non dispongono del potere contrattuale e delle disponibilità di credito dei grandi rivenditori. Nonostante la ripresa degli afflussi nei negozi, i rivenditori tradizionali devono trovare nuovi modi per attirare i consumatori nei punti vendita e per migliorare la propria offerta online, poiché, durante la pandemia, i comportamenti d'acquisto si sono spostati decisamente verso gli acquisti online. La concorrenza tra rivenditori online e offline continua ad essere agguerrita per quanto riguarda l’abbigliamento, un segmento in cui negli ultimi due anni molti noti marchi di moda sono stati posti in amministrazione controllata.
I pagamenti nel settore richiedono in media 60 giorni e si prevede che i casi di ritardo e insolvenza registreranno un aumento nei prossimi dodici mesi. In aggiunta all'aumento dei costi e al calo della domanda, i rivenditori devono confrontarsi con la recente scadenza degli incentivi fiscali per le imprese legati alla pandemia (misure di sostegno all’occupazione, sgravi fiscali, differimenti delle imposte e moratorie sugli affitti). I casi di fallimento potrebbero crescere di oltre il 50% anno su anno, soprattutto nel caso dei piccoli rivenditori tradizionali. Per questi motivi, il nostro approccio assicurativo è al momento restrittivo, in particolare nei confronti dei rivenditori di elettrodomestici e arredamento.