Si prospetta un anno più difficile
Il mercato francese dei beni durevoli di consumo ha registrato una solida crescita nel 2021 grazie allo smart working, agli investimenti delle famiglie in elettrodomestici e arredamento, nonché alla tendenza verso l'acquisto di prodotti di fascia alta. Le vendite di grandi elettrodomestici hanno registrato un aumento dell’11%, mentre quelle di piccoli elettrodomestici sono cresciute del 3%. Dopo il calo del 5% registrato nel 2020 a causa dei lockdown, lo scorso anno le vendite di arredamenti sono cresciute del 14%. Il segmento dell'elettronica di consumo ha visto una crescita modesta del 2% nel 2021, a causa della carenza globale di componenti elettronici. Le vendite online hanno rappresentato il 31% delle vendite di apparecchi domestici e i rivenditori continuano a implementare strategie omnicanale.
Il 2022 sarà un anno difficile per questo settore. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei trasporti ha fatto aumentare i costi di produzione e, allo stesso tempo, l’aumento dei prezzi dell'energia, dei combustibili e dei prodotti alimentari ha un impatto negativo sul potere d’acquisto delle famiglie. L’incertezza pre-elezioni ha pesato sulla spesa delle famiglie nei primi mesi del 2021. Si prevede che le vendite del settore francese del retail registreranno una contrazione di circa il 2% quest’anno, dopo la crescita del 10% nel 2021, e i margini di profitto (già bassi) dei rivenditori di beni durevoli di consumo dovrebbero vedere una contrazione nei prossimi mesi. Molte imprese cercano di trasferire l'aumento dei costi di produzione e di trasporto sui consumatori finali, ma ciò può rivelarsi difficile a causa della forte concorrenza sul mercato e delle possibilità ridotte in termini di spesa discrezionale. Il mix di prodotti è essenziale per proteggere i margini di profitto (ad esempio i margini sono generalmente più elevati nel segmento degli elettrodomestici).
I requisiti di finanziamento esterno e il tasso di indebitamento dei rivenditori di beni durevoli di consumo sono elevati a causa del fabbisogno di capitale circolante e dei picchi di vendite stagionali. I pagamenti richiedono in media 45 giorni e il numero di mancati pagamenti si è mantenuto basso nel 2021. Lo scorso anno i casi di insolvenza hanno registrato una flessione di circa il 30%, grazie alle condizioni di mercato favorevoli e alle misure fiscali legate al Covid (tra cui prestiti garantiti dallo Stato). Con la graduale scadenza di queste misure, si prevede un aumento dei ritardi e delle insolvenze nel settore retail a partire dal secondo semestre di quest’anno. Tuttavia, non si prevede un peggioramento significativo del contesto di insolvenza, ma piuttosto un ritorno ai livelli “normali” pre-pandemia (2019). Alla luce del rallentamento dei ricavi e del rischio di credito più elevato, il nostro approccio assicurativo è neutro nei confronti di tutti i sottosettori dei beni durevoli di consumo.