Dopo decenni di forte crescita, l’economia cinese sta rallentando e ci si chiede se possa cadere nella cosiddetta “trappola del reddito medio”.
- La Cina si è trasformata nella fabbrica del mondo, con un'economia che è cresciuta rapidamente per decenni e ha fatto uscire dalla povertà molti milioni di persone. Dal 2010, tuttavia, la crescita economica sta rallentando, sollevando la questione se l'economia possa cadere nella cosiddetta "trappola del reddito medio".
- È troppo presto per trarre conclusioni in merito, poiché non è ancora chiaro quali saranno i risultati delle misure politiche adottate, che potrebbero cambiare nei prossimi anni. Tuttavia, molteplici sviluppi dell'economia cinese indicano un ulteriore rallentamento della crescita. Ne abbiamo elencati dieci.
- Attualmente le conseguenze della politica dello zero-Covid e la crisi del settore immobiliare stanno frenando la crescita del PIL, mentre l'elevato debito delle amministrazioni locali e delle imprese statali rappresenta un rischio per la stabilità finanziaria. Le prospettive di crescita a lungo termine sono influenzate negativamente dall'invecchiamento della popolazione cinese, dal disallineamento del capitale umano e dalla bassa crescita della produttività, aggravata dalle misure politiche di controllo delle imprese private e dall'attenzione all'autosufficienza.
- Oltre a questi fattori interni, la crescita economica della Cina è influenzata dalle relazioni del Paese con il resto del mondo. Molti Paesi a cui sono destinate le esportazioni cinesi vogliono ridurre la loro dipendenza dalle importazioni. Rendere più sicure le catene di approvvigionamento porterà a un disaccoppiamento solo parziale e graduale delle economie, ma la crescente rivalità geopolitica - di cui la guerra commerciale è solo una parte - è comunque un fattore di incertezza che non può che avere impatti negativi.
- Il 14° Piano quinquennale del Partito Comunista Cinese (PCC) ha dichiarato che la Cina diventerà un'economia "moderatamente sviluppata" entro il 2035. Per raggiungere questo obiettivo sarà fondamentale che la Cina riesca ad adeguare sufficientemente il suo attuale, vacillante modello di crescita. È quindi preoccupante che le scelte politiche fatte a causa della rivalità geopolitica sembrino ora controproducenti in termini di aumento della crescita della produttività.
La fabbrica del mondo
L'economia cinese è stata per decenni un importante motore di crescita per l'economia globale. I forti investimenti in infrastrutture, l'elevata crescita della produttività e l'espansione della forza lavoro hanno reso la Cina la fabbrica del mondo. Da quando la Cina ha iniziato ad aprire la propria economia e ad avviare le riforme alla fine degli anni '70, la crescita del PIL è stata in media del 9%. Da decima economia mondiale nel 1980, la Cina è cresciuta fino a diventare la seconda. Tra circa dieci anni, la Cina supererà probabilmente gli Stati Uniti come prima economia mondiale, misurata in dollari e ai tassi di cambio nominali di mercato. Questo non significa che la Cina sarà più prospera degli Stati Uniti: la popolazione cinese, con 1,4 miliardi di abitanti, è più di quattro volte quella degli Stati Uniti. Ciò significa che il PIL pro capite della Cina deve raggiungere solo un quarto di quello americano perché il suo PIL totale diventi il più grande del mondo.
L'elevata crescita economica della Cina ha chiaramente portato a un forte aumento della prosperità. Non meno di 800 milioni di persone sono state sottratte alla povertà e nel 2001 la Cina è diventata un'economia a reddito medio-basso secondo i criteri della Banca Mondiale, per poi raggiungere lo status di economia a reddito medio-alto nove anni dopo. Tuttavia, è da quel momento, nel 2010, che la crescita economica ha iniziato a indebolirsi. Nel periodo 2011-2015 la crescita del PIL è stata in media del 7,9% all'anno, per poi rallentare al 5,7% nel quinquennio successivo. Per il 2021-2025, la crescita media del PIL sembra attestarsi intorno al 5%. E il rallentamento della crescita dovrebbe continuare: per il 2026-2030, la società di consulenza Oxford Economics prevede una crescita media del PIL del 4,4%, mentre l'Economist Intelligence Unit (EIU) prevede una crescita di poco inferiore al 4%. Il think tank dell'Economist ipotizza addirittura una crescita media di appena il 2,0% per il 2031-2050. Oxford Economics prevede una media di circa il 2,5% per quel periodo, con una crescita del PIL alla fine solo dell'1,5%.
La trappola del reddito medio
Gli economisti si chiedono se la Cina possa finere nella cosiddetta "trappola del reddito medio". Per mantenere lo slancio dello sviluppo economico, i Paesi devono adattare il loro modello di sviluppo quando passano alla fase successiva. Questo vale anche per la Cina, se vuole passare da un'economia a medio reddito a una ad alto reddito. La trappola consiste nel fatto che i salari di un Paese aumentano fino a un livello tale da ridurre il potenziale di crescita dell'industria manifatturiera a bassa qualificazione e trainata dalle esportazioni, mentre la crescita della capacità innovativa, necessaria per aumentare la produttività e competere con i Paesi sviluppati nelle industrie a catena di valore più elevata, rimane ancora indietro. Il periodo in cui i Paesi a medio reddito attraversano questa transizione dura solitamente circa 25 anni. La Corea del Sud, Taiwan e Singapore sono state economie a medio reddito rispettivamente per 23, 27 e 29 anni prima di passare al livello di alto reddito. La Cina è diventata un'economia a medio reddito nel 2001. Da questo punto di vista, il tempo per la Cina sta per scadere.
Molteplici fattori indicano una crescita più bassa
Per ora è difficile stabilire se la Cina cadrà o meno nella trappola del reddito medio. Non sono ancora chiare le conseguenze delle misure politiche adottate finora, che potrebbero cambiare nei prossimi anni. Tuttavia, elencare i principali sviluppi che attualmente giocano un ruolo negativo aiuterà a comprendere meglio le prospettive di crescita dell'economia cinese.
Illustriamo quindi dieci ragioni, spesso interconnesse, che fanno presagire un ulteriore rallentamento della crescita. Si tratta di sviluppi temporanei e strutturali, alcuni dei quali derivano da scelte politiche discrezionali.
#1 Politica Covid-Zero
#2 Crisi immobiliare
#3 Elevato debito delle amministrazioni locali e delle imprese statali
#4 Invecchiamento della popolazione
#5 Disallineamento del capitale umano
#6 Calo della crescita della produttività
#7 Controllo statale sul settore tecnologico
#8 Autosufficienza attraverso la politica di Dual Circulation
#9 Sicurezza delle catene di approvvigionamento globali
#10 Rivalità geopolitica
Scelte politiche controproducenti
Il 14° Piano quinquennale del Partito Comunista Cinese (PCC) ha dichiarato che la Cina diventerà un'economia "moderatamente sviluppata" entro il 2035. Per raggiungere questo obiettivo sarà fondamentale che la Cina riesca ad adeguare sufficientemente il suo attuale, vacillante modello di crescita. Considerando i molteplici sviluppi che frenano la crescita economica attuale e futura, l'unica conclusione che si può trarre è che il raggiungimento dell'obiettivo è incerto. Alcuni problemi, come la crisi del settore immobiliare e l'elevato debito delle amministrazioni locali e delle imprese statali, sembrano essere ragionevolmente sotto controllo. Altri, come l'invecchiamento della popolazione, la bassa crescita della produttività e il mismatch nel mercato del lavoro, sono impegnativi. È quindi preoccupante che il governo cinese sia attualmente coinvolto in una guerra commerciale con gli Stati Uniti e in altre rivalità geopolitiche. Le scelte politiche fatte in conseguenza di ciò sembrano ora essere controproducenti in termini di aumento della crescita della produttività. È proprio questo l'aspetto cruciale per evitare la trappola del reddito medio e compiere il passo verso lo status di economia ad alto reddito.
Nella ricerca allegata, a firma di Bert Burger, Principal Economist di Atradius, vengono illustrati nel dettaglio questi dieci punti.
È possibile scaricare in basso il documento completo in inglese.
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