Rapporto Paese Brasile 2019

Rapporto Paese

  • Brasile
  • Generale

30 aprile 2019

L'adozione di una riforma delle pensioni che garantisca un risparmio importante è fondamentale per mantenere il debito pubblico sostenibile e la fiducia degli investitori nel lungo periodo.

Rapporto Paese Brasile 2019 - Panoramica
Rapporto Paese Brasile 2019 - Settori

 

Situazione politica

Una nuova amministrazione favorevole alle imprese responsabile dei principali piani di riforma

Jair Bolsonaro, del Partido Social Liberal (PSL), ha vinto le elezioni presidenziali dell'ottobre 2018 con il 55% dei voti. Tale risultato elettorale ha evidenziato la delusione popolare nei confronti dell'elevato tasso di criminalità, il clientelismo e la corruzione associati all'establishment politico (più della metà dei membri del Congresso e persino l'ex presidente Michel Temer sono stati coinvolti nell'enorme scandalo di corruzione “Lava Jato”).

La nuova amministrazione persegue politiche di riforma di libero mercato e socialmente conservatrici, accolte con favore dalla comunità imprenditoriale brasiliana e basate sulle politiche orientate al mercato del precedente governo. Un team di economisti ortodossi guidato dal nuovo ministro dell'economia, Paolo Guedes, ha definito un ambizioso programma di riforme per rilanciare l'economia e risanare le finanze pubbliche attraverso la privatizzazione delle imprese statali.

Tuttavia, la politica economica potrebbe essere ostacolata da un Congresso altamente frammentato e polarizzato, con 30 partiti nella camera bassa e 21 al Senato, con il PSL al potere che detiene solo il 10% dei seggi nella camera bassa. Il presidente Bolsonaro ha bisogno di creare e gestire coalizioni funzionanti per approvare importanti riforme, in particolare quelle che richiedono modifiche costituzionali (come la riforma delle pensioni recentemente proposta al Congresso).

Situazione economica

Uscita dalla recessione e calo delle insolvenze

Una modesta ripresa economica è destinata a continuare nel 2019, dopo la più lunga e profonda recessione del Brasile nel 2014-2016, periodo in cui il PIL si è ridotto di quasi il 9%. I risultati economici del 2018 hanno risentito dell'incertezza delle imprese e dei consumatori in vista delle elezioni, dello sciopero dei camionisti e del contenimento della spesa delle famiglie (ostacolata da un'elevata disoccupazione di oltre il 12%).

Rapporto Paese Brasile 2019 - Pil

Nonostante la fiducia dei consumatori e delle imprese sia aumentata dopo le elezioni, le esportazioni subiscono ancora le conseguenze dei problemi economici in Argentina, il terzo mercato di esportazione del Brasile. È previsto che nel 2019 e 2020 l'inflazione rimanga nella fascia obiettivo del 3%-6% della Banca Centrale, consentendole di lasciare invariato il tasso di interesse ufficiale a un minimo storico del 6,5% per il momento. In questo modo si sosterranno sia gli investimenti che i prestiti.

Rapporto Paese Brasile 2019 - Inflazione

Le insolvenze delle imprese sono aumentate significativamente nel 2015 e nel 2016 (in particolare i casi di recupero giudiziario sono cresciuti di circa il 45% su base annua nel 2016). Dopo essersi stabilizzati nel 2018, i fallimenti delle imprese dovrebbero diminuire del 5% nel 2019, rimanendo però a livelli elevati rispetto agli anni precedenti la crisi.

Il consolidamento fiscale è fondamentale per preservare la sostenibilità del debito pubblico

Rapporto Paese Brasile 2019 - Debito pubblico

Nonostante la ripresa, il contesto economico resta complicato e gli investitori e i consumatori continueranno a essere riluttanti fino a quando non sarà fatta maggiore chiarezza in merito alla soluzione dei problemi fiscali e all'adozione di una riforma pensionistica. Un tasso di crescita più elevato del previsto richiederebbe una maggiore propensione al rischio da parte delle banche e dei mutuatari e maggiori investimenti di capitale, in particolare nelle infrastrutture.

Rapporto Paese Brasile 2019 - Saldo fiscale

Il considerevole disavanzo di bilancio rimane la principale debolezza economica del Brasile, con un debito pubblico che dovrebbe passare dal 56% del PIL nel 2014 all'85% del PIL nel 2023. Sebbene un emendamento costituzionale del 2016 per eliminare la crescita automatica della spesa di bilancio in linea con l'aumento dell'inflazione sia stato un passo cruciale per contenere la spesa, l'effetto di tale modifica si concretizzerà solo nel medio termine. Il vero problema è rappresentato dalle pensioni: le spese per i pensionati ammontano attualmente a un terzo del bilancio federale prima del pagamento degli interessi, pari al 9% del PIL, il che esclude, tra l'altro, maggiori investimenti infrastrutturali. Senza una riforma delle pensioni, il disavanzo di bilancio salirebbe al 14% del PIL nel 2022 e la sostenibilità del debito sarebbe messa a rischio. Per il momento, il fatto che la maggior parte del debito sia finanziata internamente (87%) in valuta locale (95%) e la posizione del governo come creditore esterno netto fungono da fattori di attenuazione del rischio.

Nel febbraio 2019 il presidente Bolsonaro ha proposto al Congresso un'importante revisione delle pensioni, con l'obiettivo di risparmiare fino a 1,2 mila miliardi di reais (310 miliardi di USD) nei prossimi 10 anni. La proposta prevede, tra l'altro, l'innalzamento dell'età minima di pensionamento e l'aumento dei contributi, risultando così più ambiziosa rispetto a quelle avanzate dall'amministrazione precedente. Tuttavia, qualsiasi riforma pensionistica richiede un emendamento costituzionale, che deve essere approvato da una maggioranza di tre quinti in entrambe le camere del Congresso. Data la frammentazione parlamentare e l'opposizione dei sindacati, sembra molto probabile che anche un pacchetto di riforme di compromesso non sarà accolto prima della seconda metà del 2019.

L'adozione di una riforma pensionistica che preveda risparmi di almeno 600-700 miliardi di reais è in ogni caso essenziale per mantenere sostenibile il debito pubblico e preservare la fiducia degli investitori nel lungo termine. Insieme alle riforme fiscali e alle misure volte a migliorare la competitività, tale riforma contribuirebbe infatti ad aumentare la crescita economica.

Un paese ancora vulnerabile alla mutevole fiducia degli investitori, ma resistente a gravi shock

Complice un livello di afflussi di investimenti di portafoglio relativamente elevato (il 130% delle riserve internazionali), il Brasile resta un paese vulnerabile alla mutevole fiducia degli investitori. Tuttavia, un settore finanziario forte, le considerevoli riserve ufficiali e le necessità di rifinanziamento esterne relativamente esigue consentono al tasso di cambio flessibile di fungere da ammortizzatore degli shock. Mentre l'anno scorso il real si è deprezzato del 15% in totale rispetto al dollaro statunitense, nell'autunno 2018 ha registrato una nuova ripresa. Non si prevede una forte volatilità valutaria nel 2019, ma non si può escludere un nuovo deprezzamento qualora non si concretizzasse una riforma sostanziale delle pensioni.

Rapporto Paese Brasile 2019 - Consumi privati

Secondo le stime, la situazione finanziaria esterna del Brasile dovrebbe continuare a essere solida, mantenendo bassi i rischi di trasferimento e convertibilità. La liquidità è più che sufficiente a coprire le importazioni (più di 20 mesi nel 2019) e il fabbisogno di rifinanziamento esterno. Nel 2017, il disavanzo delle partite correnti rimane esiguo e pienamente finanziato dagli investimenti diretti esteri.

Rapporto Paese Brasile 2019 - Esportazioni

Il debito estero delle imprese è aumentato, ma rimane gestibile. Malgrado le imprese abbiano lievemente aumentato la loro esposizione al rischio di rifinanziamento, tale esposizione rimane in linea generale bassa. La maggior parte delle imprese con debiti esterni ha coperto il proprio rischio di cambio o ha accesso a consistenti riserve di valuta estera. Inoltre, il calo dei tassi d'interesse sul debito interno e un'ampia quota di debito a tasso fisso (circa il 60%) attenuano l'impatto di un'ulteriore stretta monetaria statunitense sul servizio del debito.

Il settore bancario brasiliano è ben regolamentato e sufficientemente capitalizzato. Il sistema bancario è solo modestamente dollarizzato e la dipendenza dai finanziamenti wholesale esterni è contenuta, risultando pertanto protetto da shock sfavorevoli. La quota dei crediti in sofferenza è diminuita nel 2018 rispetto al 2017 (attestandosi al 3,1% nel quarto trimestre del 2018).

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