L'industria chimica mondiale è giunta a un bivio. Le imprese statunitensi hanno imboccato la strada maestra. La strada più difficile è quella che l'Europa sta attualmente affrontando e dalla quale la regione potrebbe faticare a risalire. Questa è l'opinione di Olaf Gierlichs-Steffens, specialista del settore chimico di Atradius.
Dipendenza dal gas naturale
L'Europa deve far fronte a prezzi del gas elevati e volatili, soprattutto dopo aver ridotto la dipendenza dal gas russo dopo il 2022. La regione dipende ora da importazioni di GNL più costose dagli Stati Uniti, dalla Norvegia e da altre fonti, con conseguente aumento dei costi di produzione.
Gli Stati Uniti beneficiano di gas naturale a basso costo, abbondante e sicuro, grazie soprattutto al boom del gas di scisto. Questo ha portato a costi energetici stabili e bassi, favorendo la crescita e gli investimenti nel settore chimico.
Performance attuale
La produzione chimica europea ha subito una contrazione negli ultimi anni, con previsioni di ripresa modeste. Gli elevati costi energetici continuano a ostacolare la competitività e gli investimenti.
L'industria chimica statunitense ha visto investimenti significativi, con oltre 208 miliardi di dollari in progetti legati allo shale gas. Ciò ha determinato una robusta prospettiva di crescita.
Prospettive di investimento a lungo termine: L'Europa è in ritardo
Le prospettive di investimento nel settore chimico negli Stati Uniti sono nettamente superiori a quelle dell'Europa e del resto del mondo, con tassi di crescita annui composti (CAGR) per il periodo 2024-2034 del 3,8%. Per contro, le nostre previsioni per l'Europa sono molto più basse, pari all'1,5%, e sono addirittura inferiori agli investimenti globali, stimati al 2,5%.
Il divario tra i mercati è ancora più ampio se si considerano gli investimenti per lo stesso periodo nella chimica di base. Il tasso di crescita degli investimenti nella chimica di base negli Stati Uniti per il periodo 2024-2034 è del 4,7%, nettamente superiore al tasso globale del 2,7% e all'1,5% dell'Europa.
Anche la Cina e il Medio Oriente godono di migliori prospettive di crescita rispetto all'Europa
L'industria chimica cinese ha aumentato la capacità produttiva negli ultimi anni, sostenendo la sua capacità di mantenere prezzi competitivi. I produttori di prodotti chimici del Medio Oriente continuano a beneficiare di abbondanti forniture di petrolio, gas e materie prime chimiche locali, contribuendo a sostenere le forti proiezioni di crescita.
Trainato dalla forza del suo settore petrolchimico, il Medio Oriente prevede una crescita della produzione chimica del 3,0% e della chimica di base del 3,1% tra il 2024 e il 2034. I tassi di crescita previsti per l'Europa sono invece dell'1,3%, con diversi mercati in difficoltà.
Il rischio di delocalizzazione per l'industria chimica europea
Per rimanere competitiva, l'industria chimica europea si concentrerà probabilmente sull'aumento dell'efficienza e sullo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie. Tuttavia, la possibilità che i produttori si trasferiscano negli Stati Uniti e in altri Paesi dove i costi energetici sono più bassi rappresenta un rischio negativo per l'Europa.
Per saperne di più sulle ragioni che determinano il crescente divario tra le industrie chimiche degli Stati Uniti e dell'Europa, scaricate il rapporto qui sotto.