L'incertezza delle politiche commerciali è uno dei principali rischi per le imprese e i consumatori statunitensi nel 2019 che potrebbe portare la prossima recessione a un ritmo più rapido del previsto
Situazione di insolvenza
Le insolvenze dovrebbero diminuire ulteriormente, ma i rischi al
ribasso sono aumentati
Nel 2018 molte imprese statunitensi hanno beneficiato di una robusta crescita economica, di riforme fiscali e di una maggiore fiducia delle imprese, con una riduzione del 4% delle insolvenze societarie. Tuttavia, nonostante una crescita del PIL ancora solido, i rischi per il settore delle imprese sono in aumento nel 2019. Il rafforzamento del dollaro americano e le potenziali barriere commerciali mettono a dura prova gli esportatori statunitensi.
Sul piano domestico, il cambiamento dei modelli di acquisto, in particolare il passaggio agli acquisti presso i grandi centri commerciali, ha già causato gravi fallimenti nel settore della vendita al dettaglio, un modello che dovrebbe persistere nei prossimi anni. Inoltre, i tassi di interesse più alti stanno rendendo sempre più costosi i finanziamenti. Pertanto, le insolvenze delle imprese statunitensi dovrebbero diminuire del 2% o restare invariate nel 2019.
Principali sviluppi economici
Robusta crescita economica nel 2019
La crescita economica degli Stati Uniti è stata ampia nel 2018, dato che la disoccupazione è scesa a meno del 4% nel 2018 ed il motivo principale è stato il consumo privato. Nonostante l’incertezza della politica commerciale, gli investimenti delle imprese hanno continuato a crescere costantemente, sostenuti da tagli fiscali, deregolazioni e maggiori spese governative. Per il 2018 è previsto un tasso di crescita del PIL del 2,9%.
Nel 2019 si prevede una crescita economica del 2,5%, sostenuta da una fiducia stabilmente forte nelle famiglie e nelle imprese. Si prevede che la domanda interna resti robusta e che i consumi privati crescano di oltre il 2,5%, sostenuti da un mercato del lavoro molto ristretto, dato che la crescita dell’occupazione rimarrà solida in un’ampia gamma di settori.
Mentre l’attività del settore energetico rimane un fattore chiave delle solide prospettive economiche, lo slancio generale sta subendo un calo; questo perché gli effetti ritardati delle riduzioni fiscali si stanno attenuando, il dollaro forte continua a pesare sulla competitività delle esportazioni e i prezzi in aumento del petrolio e delle importazioni aumentano anche le pressioni sui prezzi interni. Pertanto, si prevede un rallentamento della crescita degli investimenti nel 2019.
L’aumento delle pressioni salariali ha portato a un aumento dell’inflazione, che nel 2019 dovrebbe rimanere intorno al 2%. L’aumento dei salari non dovrebbe pesare troppo sul potere di spesa dei consumatori. A dicembre la Federal Reserve degli Stati Uniti (Fed) ha aumentato i tassi di interesse ad un range compreso fra il 2,25% e il 2,5%, riflettendo la forza dell’economia nazionale. Mentre ciò renderà i prestiti più costosi e peserà potenzialmente sull’attività commerciale e sul potere d’acquisto, le attuali condizioni di credito resteranno più lente rispetto alla media di lungo periodo.
Rischi di politica fiscale e commerciale elevati
Il rischio della politica monetaria (un rapido rialzo degli interessi nel 2019 potrebbe influenzare negativamente le finanze e gli investimenti delle imprese) si è attenuato, poiché si prevede che la Fed nel 2019 rallenti il ritmo di inasprimento monetario a causa dell’incremento dell’incertezza nell’economia globale.
Tuttavia, i rischi di politica fiscale e commerciale sono aumentati, rappresentando una doppia minaccia per un’economia interna eccezionalmente forte.
C’è ancora fiducia che la prossima recessione non si verifichi proprio nel 2019. Tuttavia, il rischio che si verifichi una crisi prima del previsto è in aumento, così riducendo, probabilmente, le leve del governo per poterla affrontare.
Se da un lato la robusta crescita economica e la bassa disoccupazione dovrebbero contribuire a contenere il deficit fiscale, massicci tagli fiscali e un aumento della spesa pubblica lo stanno notevolmente ampliando. Lo stimolo contribuisce in effetti a una crescita maggiore del PIL ma non sufficientemente rapida da tenere sotto controllo il deficit, che sarebbe dovuto aumentare di oltre il 6% del PIL nel 2018 e rimanere a questo livello elevato nel 2019. Da un’analisi più critica si evince che meno spazio fiscale e livelli di debito più elevati limiteranno le opzioni politiche del governo di sostenere l’economia in caso di recessione, portando potenzialmente a una fase di contrazione più profonda.
L’incertezza delle politiche commerciali è uno dei principali rischi per le imprese e per i consumatori statunitensi nel 2019 e potrebbe portare alla prossima contrazione prima di quanto previsto a fronte dell’attuale forza economica. Le tariffe di ritorsione stanno già avendo un impatto negativo sulle esportazioni statunitensi. Mentre l’accordo USMCA riduce i rischi commerciali con il Messico e il Canada ed è in corso un dialogo commerciale con l’UE, l’orientamento della politica commerciale dell’amministrazione in carica rimane altamente incerto.
Inoltre, con tutta l’attenzione rivolta alla Cina, il rischio di ulteriori ritorsioni continua ad aumentare. Le conseguenze negative per alcuni settori quali tecnologia, ICT e agricoltura potrebbero causare gravi danni alle imprese. Allo stesso tempo, le tariffe di importazione degli Stati Uniti sono destinate ad aumentare l’inflazione rendendo le importazioni più costose.
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