Il fiorino rimane vulnerabile al sentimento degli investitori internazionali a causa dell'elevato livello del debito estero e pubblico e delle questioni istituzionali.
Situazione politica
Continua la problematica relazione con l’UE
La coalizione conservatrice al potere, formata dai partiti Fidesz e KDNP, sotto la
guida del primo ministro Viktor Orbán, ha ripetutamente intrapreso azioni che
hanno portato a scontri con la Commissione europea e i suoi omologhi europei
(ad esempio, una controversa legge sui media, alcune modifiche costituzionali
che limitano l’indipendenza della magistratura, una posizione severa nella politica
sull’immigrazione e una posizione filorussa). Complici anche alcune decisioni
di politica economica poco ortodosse, come l’aumento delle imposte a scapito
delle banche, nel passato i ripetuti diverbi del governo con l’UE hanno destato
una certa insicurezza tra i partner europei e gli investitori internazionali.
Nelle elezioni generali svoltesi ad aprile 2018, il governo di coalizione si è confermato
al potere e grazie alla maggioranza parlamentare dei due terzi è in grado di
modificare unilateralmente la costituzione del paese.
Situazione economica
Rallentamento della crescita nel 2020
Nel 2019, si prevede che la crescita economica rimanga forte, trainata da livelli
elevati di investimenti, mentre consumi privati ed esportazioni continueranno a
essere solidi. Tuttavia, nel 2020 la crescita del PIL dovrebbe scendere al di sotto
del 3% a causa di un calo dei consumi delle famiglie, di un pronunciato rallentamento
delle attività di investimento e di una crescita inferiore delle esportazioni,
considerato anche il calo della domanda da parte dei principali mercati di
esportazione del paese. I prezzi al consumo hanno ripreso a crescere nel biennio
2017-2018 e le previsioni indicano che si terranno al di sopra del 3% nel 2019
e nel 2020, soprattutto per via della forte crescita dei salari registratasi negli
ultimi due anni.
Il contenimento del def icit di bilancio al 3% del PIL è una delle priorità principali
dell’amministrazio ne per evitare le sanzioni dell’UE. Dal 2010, tuttavia, il governo
impiega mezzi poco ortodossi per conseguire la parità di bilancio, ricorrendo
in particolar modo a imposte straordinarie che gravano su banche e servizi
pubblici. Nel 2019 e nel 2020, si attende un modesto calo del deficit di bilancio.
Nonostante sia diminuito su base annua, il debito pubblico rimane elevato, al
68% circa del PIL nel 2019 (la media dell’Europa centro-orientale è di circa il
50% del PIL).
L’elevato livello del debito estero rappresenta un’enorme
debolezza
Il principale punto debole dell’Ungheria è costituito tuttora dal suo elevato debito
estero (quasi l’80% del PIL nel 2019). Ad aggravare il problema vi è inoltre
il fatto che un’ampia quota del debito è denominato in valuta estera, poiché
un forte deprezzamento del fiorino potrebbe ripercuotersi su molte famiglie e
imprese ungheresi i cui prestiti sono denominati in valute estere. Inoltre, anche
più del 30% del debito pubblico è denominato in valuta estera. Il fiorino rimane
vulnerabile alla fiducia degli investitori internazionali a causa degli elevati livelli
di debito estero e pubblico e di un contesto istituzionale e politico non ottimale.