Rapporto Paese Repubblica Ceca 2019

Rapporto Paese

  • Repubblica Ceca
  • Generale

15 ottobre 2019

L'economia è fortemente integrata nelle catene del valore internazionali, il che la rende vulnerabile alle grandi perdite del commercio estero, soprattutto nel settore automobilistico

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Situazione politica

Governo di minoranza sostenuto dal partito comunista

L’attuale governo di coalizione fra il partito populista ANO 2011 (Sì 2011) e
il partito socialdemocratico ceco di sinistra (CSSD) è ancora privo della maggioranza,
poiché dispone solo di 93 seggi al parlamento su 200. Pertanto, ha
dovuto fare ripetutamente affidamento sul sostegno del partito comunista ceco
filorusso, che ha un ruolo informale nel governo, per la prima volta dal 1989.
Le pressioni di ANO 2011 sul primo ministro Andrej Babis si sono intensificate,
anche per via delle accuse correlate a un presunto uso improprio di 2 milioni di
euro di fondi europei. Nonostante nel corso di varie manifestazioni siano state
invocate le sue dimissioni, Babis e il suo partito godono ancora di un sostegno
pubblico molto ampio.

 

 

Situazione economica

Turbolenze esterne minano la crescita economica

Dopo aver fatto registrare tassi di crescita robusti negli ultimi due anni, grazie
all’aiuto fornito dalla migliorata competitività internazionale del paese al settore
delle esportazioni, il PIL dovrebbe rallentare nel 2019 e nel 2020. La domanda
interna e la domanda dell’area dell’euro hanno entrambe registrato un calo (ad
es., domanda inferiore da parte dell’industria tedesca dell’auto). Le previsioni
indicano che la crescita della produzione industriale e delle esportazioni scenderà
sotto il 3% nel 2019 e nel 2020.
La carenza di manodopera costituisce sempre più un problema, poiché molte
imprese incontrano difficoltà a coprire i posti vacanti e i costi del lavoro in
aumento riducono i loro margini. L’inflazione in aumento, a causa dell’impennata
dei salari e dei prezzi degli immobili, ha provocato numerosi rialzi del tasso
d’interesse di riferimento, portato al 2,0% dalla Banca Centrale nell’agosto 2019.
La politica monetaria più severa influenza negativamente gli investimenti e la
crescita dei consumi privati.
Le finanze pubbliche sono solide grazie alla crescita dei redditi e a un maggiore
rispetto degli obblighi fiscali. Il debito pubblico, pari al 30% del PIL, è contenuto
rispetto a quello di altri paesi della regione e dovrebbe scendere ulteriormente.
Il buono stato delle finanze pubbliche significa che la Repubblica Ceca non
dovrebbe avere alcuna difficoltà a soddisfare i criteri di adozione dell’euro.
Ciononostante, l’adesione all’area dell’euro è ancora una questione controversa
nelle politiche del paese, con l’opinione pubblica contraria all’idea. Un’adesione
all’area dell’euro nei prossimi anni appare pertanto improbabile.

 

Il potenziale fattore di rischio dell’elevata dipendenza dalle esportazioni

Con una percentuale superiore al 75%, il rapporto fra esportazioni e PIL della
Repubblica Ceca è uno dei più elevati dell’UE e, a causa degli investimenti esteri,
l’economia ceca è fortemente integrata nelle catene del valore internazionali.
Ciò rende il paese vulnerabile a perdite rilevanti del commercio estero. I rischi
maggiori sono l’apprezzamento rapido del tasso di cambio, i danni della competitività
internazionale, e i bruschi cali della domanda esterna, e.g. stimolati
dall’aumento dell’insicurezza politica (Brexit), dall’ulteriore escalation delle
controversie commerciali internazionali e da un significativo rallentamento
nell’area dell’euro.

Le esportazioni ceche sono inoltre vulnerabili agli sviluppi avversi nel settore
dell’auto. Le sfide che quest’industria si trova attualmente di fronte (vendite e
profitti in calo, spostamento verso metodi di trasporto più ecocompatibili
rispetto ai motori a combustione e potenziali dazi applicati dagli Stati Uniti alle
importazioni di auto e componenti automobilistiche dall’UE) costituiscono un
enorme rischio.

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