Rapporto Paese Ungheria 2020

Rapporto Paese

  • Ungheria
  • Generale

17 novembre 2020

Gli elevati livelli del debito pubblico e di debito estero sono le principali debolezze a medio termine

Performance forecast of Hungarian industries Nov 2020

Situazione politica

I rapporti con l’UE rimangono tesi

La coalizione conservatrice al potere dei partiti Fidesz e KDNP guidata dal primo ministro Viktor Orbán governa con una maggioranza di oltre due terzi dei seggi parlamentari (che le permette di modificare da sola la costituzione del Paese). L'opposizione rimane debole e nel dicembre 2019 il Parlamento ha approvato delle regole che limitano la capacità dell'opposizione di formare nuovi gruppi parlamentari. Le prossime elezioni parlamentari sono previste per aprile 2022.

Il governo di Orbán ha ripetutamente intrapreso azioni che negli ultimi due anni hanno portato a scontri con la commissione UE e con i suoi omologhi europei (ad esempio, una controversa legge sui media, alcuni emendamenti costituzionali che limitano l'indipendenza giudiziaria, una posizione dura nelle politiche di gestione dei migranti e una posizione pro-Russia). Nel novembre 2020, il Consiglio dell'UE e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo generale su un nuovo meccanismo che consente all'UE di tagliare i finanziamenti in relazione a questioni relative allo stato di diritto negli Stati membri. Secondo l'accordo, la decisione di decurtare i fondi richiederà l'approvazione della sola maggioranza qualificata dei paesi membri dell'UE. L'Ungheria (insieme alla Polonia) si è opposta, prospettando che entrambi i paesi potrebbero bloccare la ratifica del Recovery Fund dell'UE.

Situazione economica

Grave recessione economica con un forte calo delle esportazioni

Per combattere la pandemia di coronavirus, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza a marzo, per poi revocarlo a metà giugno. Tuttavia, i casi di coronavirus hanno cominciato ad aumentare di nuovo dalla fine di agosto, e all'inizio di novembre è entrato in vigore un altro stato di emergenza e un coprifuoco parziale.

L'economia ungherese ha subito una contrazione dello 0,4% e del 14,5% rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre del 2020 - una delle peggiori performance della regione. Il PIL dovrebbe ridursi di oltre il 6% nel 2020. Le esportazioni sono crollate (dovrebbero ridursi del 10% nel 2020), e anche le importazioni per il settore manifatturiero ungherese orientato all'esportazione sono diminuite. Gli investimenti, già in rallentamento prima della pandemia a causa del completamento di diversi progetti infrastrutturali finanziati dall'UE, sono destinati a contrarsi dell'11% quest'anno. Inoltre, l'economia nazionale è stata colpita dal lockdown, dalla chiusura di negozi non essenziali e dal peggioramento dell'afflusso turistico.

Attualmente, si prevede una ripresa dell'economia di circa il 4% nel 2021, con esportazioni e consumi privati in aumento rispettivamente del 10% e del 4%. Tuttavia, la ripresa dipende in larga misura dall'impatto e dalla durata della "seconda ondata" della pandemia in corso in Ungheria e in Europa.

Alcuni dei principali settori sono in sofferenza

La recessione economica globale e interna ha colpito soprattutto i settori principali come l'industria automobilistica, l'edilizia, i metalli e l'acciaio, il commercio al dettaglio e i servizi non alimentari.

Nel primo semestre del 2020, i fornitori ungheresi del settore automobilistico hanno risentito del deterioramento della domanda, soprattutto da parte della Germania, con molte imprese che hanno dovuto affrontare problemi di liquidità. Il valore aggiunto del settore automobilistico dovrebbe diminuire del 20% nel 2020. Mentre l'edilizia è sostenuta dal governo attraverso appalti pubblici e regolamentazioni aggiuntive, gli ordini e la produzione risentono del crollo economico. I margini operativi sono molto stretti in questo settore, con un aumento del rischio di credito soprattutto per gli operatori più piccoli. Il peggioramento della domanda da parte dell'industria automobilistica e dell'edilizia come settori chiave di acquisto ha avuto un impatto negativo sui produttori di metalli e acciaio e sui grossisti. Nei settori del commercio al dettaglio non alimentare e dei servizi, molti segmenti hanno sofferto a causa delle chiusure e della poca fiducia dei consumatori. Il valore aggiunto del settore alberghiero e della ristorazione dovrebbe ridursi di oltre il 13% nel 2020.

Un settore bancario resiliente

Il settore bancario ungherese affronta la recessione con riserve di capitale e liquidità piuttosto solide. La redditività è aumentata dal 2016, dopo che le imposte settoriali e i regimi di sgravio per il debito in valuta estera delle famiglie avevano gravato sui bilanci delle banche. I crediti in sofferenza sono scesi a circa il 2% e le banche hanno una posizione patrimoniale netta estera positiva, a sostegno della stabilità del settore finanziario. Rimane tuttavia un margine di miglioramento nella regolamentazione e nella vigilanza finanziaria.

L’elevato debito pubblico limita la flessibilità fiscale per far fronte a future recessioni

Per sostenere l'economia durante la pandemia, la Banca Centrale ha tagliato i tassi due volte nell'estate del 2020, fino all'attuale 0,6%. Si tratta di uno dei tassi più bassi della regione, ed è applicato nonostante un tasso di inflazione superiore al 3%. La Banca Centrale continua a perseguire un programma di acquisto di asset per evitare ulteriori pressioni al ribasso sul fiorino. Si prevede che i tassi di interesse rimarranno bassi almeno fino al 2022.

Allo stesso tempo, il governo ha annunciato un forte stimolo fiscale pari a circa il 20% del PIL. Le misure consistono in un aumento della spesa sanitaria, sgravi fiscali per le imprese e due nuovi fondi per assistere le imprese attraverso sussidi salariali, nuovi progetti di investimento, sussidi diretti ai settori più colpiti (turismo, sanità, alimentazione e trasporti), garanzie sui prestiti e prestiti agevolati.

Dopo il 2% del PIL nel 2019, il deficit di bilancio dovrebbe aumentare all'8% del PIL nel 2020 a causa del pacchetto di emergenza fiscale approntato. La politica fiscale resterà probabilmente espansionistica nel 2021 per sostenere le imprese in seguito alle conseguenze legate al coronavirus. Il debito pubblico è quindi in aumento, fino all'80% del PIL nel 2020 e nel 2021. Mentre il profilo del debito è migliorato negli ultimi due anni (la quota del debito pubblico in valuta estera e detenuta dai non residenti è scesa a meno del 40%), la sostenibilità è suscettibile a una serie di shock dovuti all'elevato livello del debito pubblico.

L'elevato debito pubblico resta un punto debole

Il saldo del bilancio corrente dell'Ungheria si è trasformato in un deficit nel 2019, a causa dell'aumento del reddito disponibile e degli investimenti ad alta intensità di importazioni. Il deficit aumenterà nel 2020 all'1,8% del PIL, principalmente a causa del deterioramento delle esportazioni. Il debito estero è molto elevato e salirà a circa il 100% del PIL nel 2021, con una quota di prestiti intercompany pari al 37%. Un'ampia quota del debito estero è denominata in valuta estera e un forte deprezzamento del fiorino danneggerebbe molte famiglie e imprese ungheresi, i cui prestiti sono denominati in valuta estera. Il fiorino resta vulnerabile a causa del mutare della fiducia degli investitori internazionali, dell'elevato livello del debito estero e pubblico e di un contesto istituzionale e politico non ottimale. Tuttavia, la forte crescita del PIL nei prossimi anni dovrebbe continuare a sostenere il tasso di cambio.

 

 

 

Disclaimer

Ogni pubblicazione disponibile su o dai nostri siti web, come, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, pagine web, report, articoli, pubblicazioni, informazioni e contenuti utili, trading briefs, infografiche, video (in sintesi una "Pubblicazione"), è fornita a solo a scopo informativo e non è da intendersi quale consulenza in tema di investimento, consulenza legale o come raccomandazione relativa a particolari transazioni, investimenti o strategie nei riguardi di a qualsiasi lettore. I lettori devono prendere le proprie decisioni in maniera indipendente, siano esse commerciali o di altro tipo, avuto riguardo alle informazioni quivi fornite. Sebbene abbiamo adottato ogni accorgimento per garantire che le informazioni contenute in questa pubblicazione siano state ottenute da fonti affidabili, Atradius non è responsabile per eventuali errori od omissioni o per i risultati ottenuti dall'uso di queste informazioni. Ogni informazione contenuta in questa pubblicazione è fornita "così com'è", senza alcuna garanzia di completezza, accuratezza, attualità o dei risultati ottenuti od ottenibili dal suo utilizzo, e pertanto senza assunzione di garanzie di alcun tipo, esplicite o implicite. In nessun caso Atradius, le sue società controllate o collegate, i suoi partner, agenti o dipendenti degli stessi, saranno responsabili nei confronti dell'utente o di chiunque altro per qualsiasi decisione presa o azione intrapresa in base alle informazioni contenute in questa pubblicazione o per qualsiasi perdita di opportunità, perdita di profitto, perdita di produzione, perdita di affari o perdite indirette, danni speciali o simili di qualsiasi natura, anche se avvisati della possibilità di tali perdite o danni.