Rapporto Paese Bulgaria 2019

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15 ottobre 2019

L'instabilità politica rimane un problema per la crescita a lungo termine

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Permane una certa instabilità politica

In seguito alle elezioni anticipate del marzo 2017, Boyko Borisov, membro del partito GERB di centro-destra, è stato eletto primo ministro per la terza volta.


Borisov è a capo di una coalizione di governo formata dal GERB e dal partito
nazionalista Patrioti uniti, che vanta un’esigua maggioranza parlamentare (122
su 240 seggi). Le elezioni anticipate si erano rese necessarie a causa delle dimissioni del precedente governo sotto la guida di Borisov dopo la vittoria alle elezioni presidenziali
del novembre 2016 di Rumen Radev, candidato filorusso spalleggiato dai
socialisti.
Il malcontento politico resta elevato, soprattutto nei confronti degli scarsi progressi
registrati nella lotta alla corruzione e alle tangenti e nelle problematiche
legate al welfare sociale. Sebbene l’attuale governo in carica persegua una politica
filoeuropea, il partito socialista e il presidente Radev caldeggiano relazioni
politiche ed economiche più strette con la Russia.

 

Situazione Economica

Prevista una crescita robusta nel biennio 2019-2020

Nel 2019 si attende un’accelerazione della crescita economica, in particolare
grazie a un aumento delle esportazioni e a una maggiore domanda interna.
L’espansione economica dovrebbe perdere slancio nel 2020, a causa del previsto
rallentamento di esportazioni, consumi privati e crescita degli investimenti, in
concomitanza con il peggioramento delle condizioni di finanziamento. Anche la
creazione di posti di lavoro dovrebbe perdere slancio, mentre la disoccupazione
è prevista in calo moderato nel 2020.
Dopo un leggero surplus nel 2018, il consolidamento fiscale dovrebbe condurre
a deficit di bilancio marginali nel 2019-2020 e ad altrettanto marginali surplus
in seguito. Il debito pubblico rimane sostenibile (20% del PIL nel 2019 e nel
2020).
In seguito alla crisi del 2014, il settore bancario ha compiuto enormi progressi.
La valutazione del settore bancario del FMI del 2016 e una prova di stress effettuata
dalla Banca Centrale dimostrano che il settore è ben capitalizzato e più
resiliente agli shock. Ciononostante, oltre il 10% dei prestiti totali è in sofferenza;
un dato, questo, che continua a rappresentare una minaccia per la redditività
bancaria.
Il contesto della politica monetaria bulgara è forte, caratterizzato dal saldo
impegno del paese verso il proprio sistema di currency board (il lev è ancorato
all’euro), il che rafforza la fiducia degli investitori stranieri. Questo accordo,
tuttavia, limita la capacità della Bulgaria di combattere gli squilibri esterni.
L’ancoraggio è sostenibile grazie a grandi riserve internazionali (più di otto mesi
di copertura delle importazioni) e alle eccedenze delle partite correnti.

L’instabilità politica rimane un problema per le prospettive di crescita dell’economia
bulgara a lungo termine, così come la corruzione e una burocrazia farraginosa
continuano a ostacolare il contesto imprenditoriale. L’elevato livello di
emigrazione (circa un milione di bulgari vive all’estero) e il calo e l’invecchiamento
della popolazione (le Nazioni Unite prevedono che la popolazione bulgara
diminuirà da 7 milioni a 5,2 milioni entro il 2050) contribuiscono ad aggravare i
problemi del mercato del lavoro e a ridurre il potenziale di crescita a lungo termine.
La carenza di manodopera qualificata ha già iniziato a intaccare le previsioni
di crescita delle imprese.

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