Rapporto Paese Indonesia - Agosto 2020

Rapporto Paese

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06 maggio 2020

Atteso per il 2020 un forte calo della domanda interna

Performance forecast of Indonesian industries

Situazione economica

Una forte contrazione della crescita economica

La diffusione del coronavirus e i conseguenti lockdown imposti in Indonesia, insieme alla recessione economica globale dovuta alla pandemia, stanno influenzando pesantemente la performance economica del Paese. Il PIL dell'Indonesia dovrebbe contrarsi del 2,7% nel 2020, dopo una crescita del 5% nel 2019.

La crescita annuale dei consumi privati, uno dei principali motori dell'espansione economica dell'Indonesia negli ultimi anni, dovrebbe ridursi del 2,3% nel 2020, in quanto la spesa delle famiglie per i beni non essenziali sta diminuendo in modo sostanziale. Il settore del turismo è stato duramente colpito e si prevede una contrazione degli investimenti nel 2020, con continue interruzioni dei principali progetti infrastrutturali (costruzione di nuove strade, porti e centrali elettriche). A livello settoriale, i trasporti interni e i servizi (compreso il turismo) sono tra i settori più duramente colpiti dall'impatto del coronavirus. Nel comparto alimentare, le imprese dipendenti dalle importazioni di materie prime devono far fronte a prezzi più elevati e a problemi di cash flow a causa del deprezzamento della rupia.

Le esportazioni rappresentano solo il 22% del PIL, il che rende l'Indonesia meno suscettibile alle contrazioni del commercio globale rispetto ad altri paesi del Sud-Est asiatico. Tuttavia, la forte diminuzione della domanda globale avrà il suo peso, poiché si prevede che le esportazioni indonesiane diminuiranno di oltre il 5% nel 2020. Il calo della domanda dalla Cina e il conseguente deterioramento dei prezzi colpiranno soprattutto i produttori e gli esportatori del settore minerario e dell'energia.

Il governo ha rimosso il limite costituzionale del deficit di bilancio del 3% del PIL per il periodo 2020-2022 e ha lanciato misure di stimolo per circa 49 miliardi di dollari pari al 4% del PIL. Tra le misure chiave a sostegno dell'economia vi sono l'aumento della spesa sanitaria, le misure di protezione sociale, i tagli alle imposte sulle società, la riorganizzazione del credito, i prestiti speciali alle PMI e i sussidi ai poveri e ai lavoratori del settore informale (circa 70 milioni di persone su 270 milioni di abitanti dell'Indonesia lavorano nel settore informale). Inoltre, la Banca Centrale ha abbassato il suo tasso di riferimento diverse volte fino al 4% a luglio e ha abbassato il coefficiente di riserve obbligatorie per le banche in aprile per dare al settore bancario più margine per sostenere le imprese locali.

Se da un lato le misure di stimolo dovrebbero contribuire a tamponare la domanda interna, dall'altro le maggiori spese, insieme ad entrate molto inferiori dalla tassazione e dalla vendita di materie prime, porteranno ad un deficit fiscale di oltre il 7% del PIL nel 2020, con un debito pubblico che salirà al 43% del PIL (36% del PIL nel 2019). L'aumento della spesa pubblica è influenzato dal persistente basso livello di riscossione delle imposte e persistono inefficienze negli stanziamenti di bilancio pubblico.

Aumento della vulnerabilità agli shock esterni

Il settore bancario è in buona forma, essendo ben capitalizzato (CAR ratio 23%) e con un basso tasso di sofferenze (2,5%). Tuttavia, una posizione finanziaria netta negativa verso l'estero espone le banche commerciali che dipendono da finanziamenti esteri a variazioni del costi o della disponibilità di tali finanziamenti.

La posizione esterna dell'Indonesia è migliorata negli ultimi anni, in quanto sia il debito estero in relazione alle esportazioni di beni e servizi che l’indice del servizio del debito sono diminuiti, riducendo la dipendenza del paese dai capitali stranieri. Tuttavia, l'indice di servizio del debito rimane relativamente elevato e il saldo annuale delle partite correnti è rimasto costantemente negativo.

L'Indonesia è strutturalmente vulnerabile alle turbolenze dei mercati finanziari globali, in quanto gli investitori stranieri detengono oltre il 30% dei titoli di Stato indonesiani, una quota maggiore rispetto ai suoi competitor della regione, rendendo le attività finanziarie del Paese altamente sensibile ai flussi di capitali in uscita. Inoltre, poiché gli investitori stranieri detengono circa un terzo del finanziamento del debito delle imprese, i rischi di rifinanziamento rimangono elevati.

Il forte deflusso di capitali dall'Indonesia e da altri mercati emergenti nel primo trimestre del 2020 ha portato ad un forte deprezzamento della rupia e ad un forte deterioramento dell'indice del mercato azionario indonesiano tra febbraio e marzo 2020. Per gestire il deprezzamento della rupia e stabilizzare il mercato finanziario nazionale, la Banca Centrale ha intensificato il suo intervento sui mercati valutari e a termine e ha acquistato titoli di Stato.

Situazione politica

Ritardi nell'intraprendere azioni contro la diffusione del coronavirus

Nell'aprile 2019, il presidente Joko Widodo è stato rieletto con il 55,5% dei voti, ottenendo un secondo mandato fino al 2024. Come nel suo primo mandato, Widodo ha continuato ad affrontare le riforme economiche, come il miglioramento delle infrastrutture a sostegno del settore manifatturiero e dell'economia digitale, le riforme del mercato del lavoro e le disposizioni relative agli investimenti stranieri. Tuttavia, alcuni elementi chiave della sua agenda politica sono contestati a causa di interessi personali.

Rispetto ai suoi vicini, il governo indonesiano è arrivato in ritardo nell'adottare misure globali per contenere la diffusione del coronavirus, molto probabilmente a causa delle preoccupazioni per le conseguenze negative sull'economia. Questo ha esposto l'amministrazione ad alcune critiche.

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