Mentre il settore alimentare e delle bevande spagnolo ha registrato una crescita del fatturato per cinque anni consecutivi, l'espansione delle vendite dovrebbe rimanere modesta nel 2020.
Il fatturato del settore spagnolo dei prodotti alimentari e delle bevande è cresciuto dello 0,1% nel 2018 portandosi a 116.890 milioni di Euro. Benché il settore abbia registrato una crescita di fatturato per cinque anni consecutivi, l'aumento delle vendite si conferma modesto nel breve termine.
In linea generale, i margini di profitto del settore sono limitati a causa della pressione esercitata dai grandi distributori sulle imprese di produzione e trasformazione alimentare. Non si può escludere un generale calo dei margini di profitto nei prossimi mesi a causa della debolezza della domanda globale.
Nel sotto-settore della carne, le imprese di lavorazione di carni suine sono in difficoltà a causa degli alti prezzi dei bovini da macello (provocati dall’epidemia di peste suina africana in Cina). La crescita del valore aggiunto del segmento della carne dovrebbe registrare una lieve contrazione dello 0,1% nel 2019. Per contro, la crescita del valore aggiunto del sotto-settore dei latticini dovrebbe aumentare di circa il 2% nel 2019 e nel 2020, anche se la diminuzione dei prezzi di vendita e la forte concorrenza influiscono negativamente sui margini di profitto.
Olive e olio d’oliva rappresentano circa l’8% della produzione alimentare totale della Spagna. Gli Stati Uniti sono il principale mercato delle olive da tavola spagnole e rappresentano oltre il 20% dell'export. Lo scorso mese di agosto gli Stati Uniti hanno imposto dei dazi del 27% sulle importazioni di olive nere dalla Spagna sulla base di presunte sovvenzioni sleali, il che ha finora comportato un calo di fatturato di circa 50 milioni di Dollari. I dazi recentemente introdotti (+25%) sulle importazioni dall’UE, comprese le olive e l’olio d’oliva di produzione spagnola, rappresentano un’ulteriore minaccia per questo sotto-settore. Benché le vendite non abbiano registrato un calo, la pressione finanziaria sulle imprese di produzione e trasformazione alimentare potrebbe aumentare nei prossimi mesi.
I pagamenti nel settore alimentare spagnolo richiedono in media 60 giorni. Pur non aspettandoci un aumento di ritardi di pagamento e insolvenze nel 2020, qualora si concretizzassero alcuni rischi al ribasso (“hard Brexit”, escalation delle dispute tra Stati Uniti e UE) non si può escludere un peggioramento del rischio di credito del settore, in particolare per quanto riguarda le imprese alimentari dipendenti dall’export.
Il nostro approccio assicurativo nei confronti del settore alimentare si conferma generalmente neutro. Tuttavia, il settore richiede un’attenzione costante alla luce del possibile rallentamento della domanda e dei crescenti rischi al ribasso in termini di economia globale che potrebbero avere ripercussioni sulla redditività e sul rischio di credito delle imprese.
Molte imprese alimentari mostrano un tasso d’indebitamento elevato nel breve termine. La disponibilità da parte delle banche a concedere prestiti al settore è un fattore essenziale nella nostra valutazione del rischio, così come le condizioni di finanziamento e la ripartizione del debito tra breve e lungo termine, la sua evoluzione e il tasso di utilizzo delle linee di credito.
Alla luce dei problemi attuali, abbiamo adottato un approccio più restrittivo nei confronti del segmento ortofrutticolo (olive e olio d’oliva) e della lavorazione di carne suina. Poiché questi segmenti sono fortemente esposti ai dazi statunitensi, abbiamo condotto un riesame approfondito di tutte le imprese che crediamo possano subire delle ripercussioni (ossia valutando gli effetti in base alla loro quota di export destinata agli USA) e in particolare il segmento ortofrutticolo, già alle prese con stretti margini di profitto e con la forte concorrenza proveniente dai paesi con un basso costo del lavoro.
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