Market Monitor Alimentare Danimarca 2019

Market Monitor

  • Danimarca
  • Alimentare

17 dicembre 2019

Due terzi della produzione alimentare danese è destinata all'esportazione, con mercati dell'UE come la Germania, il Regno Unito, la Svezia e la Cina in cima alla lista delle esportazioni.

  • È previsto un moderato aumento dei ritardi di pagamento
  • Aumenta il rischio di credito per i piccoli dettaglianti
  • Crescono le esportazioni di carne suina

Market Monitor Alimentare Danimarca 2019 - Panoramica
Market Monitor Alimentare Danimarca 2019 - Pil

 

Secondo il Consiglio danese per l'agricoltura e l'alimentazione, due terzi della produzione alimentare della Danimarca è destinato all'export. Germania, Regno Unito e Svezia restano le tre principali destinazioni (l’UE nel suo insieme rappresenta due terzi di tutte le esportazioni alimentari). Il quarto mercato più grande è la Cina, che recentemente ha registrato un forte aumento di esportazioni alimentari dalla Danimarca, specialmente di carne suina. I prodotti maggiormente esportati continuano ad essere suini e carne di maiale (18% dell'export del settore), pesce e prodotti ittici (15%) e prodotti lattiero-caseari (13%).

In termini di valore aggiunto, il sotto-settore dei latticini dovrebbe crescere di circa l’1,5% all’anno nel 2019 e 2020, mentre la crescita del segmento della carne dovrebbe essere, rispettivamente, del 4% e del 2%. Gli agricoltori danesi stanno beneficiando dell’aumento dei prezzi della carne di maiale che dovrebbero continuare a crescere a causa dell’epidemia di peste suina africana. Tuttavia, questo segmento potrebbe subire forti ripercussioni qualora l’epidemia dovesse diffondersi anche in Danimarca.

In linea generale, le grandi imprese alimentari danesi sono attive a livello internazionale e registrano una buona performance, mentre le piccole imprese di produzione e vendita operano sul mercato interno e/o esportano nei mercati limitrofi dell’UE. In questi mercati le abitudini dei consumatori sono cambiate per motivi salutistici e ambientali, con uno spostamento dalla tradizionale dieta a base di carne verso il consumo di prodotti ittici e biologici.

Data la sua forte dipendenza dall'export, il libero scambio e l'apertura dei mercati sono essenziali per l'industria alimentare danese. Questioni quali il divieto d’importazione della Russia e le crescenti dispute tra USA e Cina hanno avuto un impatto negativo sull'export alimentare danese; tuttavia, l’impatto è spesso soltanto temporaneo poiché la domanda di base resta solida in molti mercati. L’aumento della domanda di prodotti alternativi e/o le differenti fonti di approvvigionamento e di origine offrono delle opportunità a molte imprese attive nel commercio di generi alimentari a livello internazionale.

Le imprese dipendenti dall'export sono meglio preparate per la Brexit

Benché la Brexit fosse inizialmente percepita come un grave rischio al ribasso per le imprese alimentari danesi, a causa del volume elevato di export verso il Regno Unito, il timore di un calo delle vendite si è in qualche modo attenuato. I ripetuti rinvii della Brexit hanno offerto alle imprese il tempo sufficiente per prepararsi a un eventuale scenario negativo.

Il mercato alimentare danese è caratterizzato da eccesso di capacità produttiva, forte concorrenza e consumatori sensibili al fattore prezzo, il che aumenta la pressione sui margini di profitto già limitati dei rivenditori. Per molti produttori e grossisti alimentari ciò significa margini di profitto bassi e forte concorrenza nella vendita dei prodotti.

Il mercato interno del retail alimentare è dominato da pochi grandi operatori e negli ultimi anni il fatturato del segmento dei discount ha registrato una solida espansione a discapito del segmento del retail “tradizionale”. Le vendite del segmento del retail ammontano a 5.200 Euro per famiglia all'anno e i discount detengono oltre il 40% della quota di mercato. Le vendite online di generi alimentari rappresentano il 4% del totale, ma stanno mostrando forti tassi di crescita a mano a mano che le prime “generazioni digitali” raggiungono l’età adulta e la genitorialità.

I piccoli rivenditori subiscono la pressione dei prezzi di mercato

I pagamenti nel settore alimentare danese richiedono in media 30-60 giorni e l'esperienza di pagamento è stata buona nel corso degli ultimi tre anni. Pur mantenendosi ancora a un livello basso, il numero di ritardi di pagamento è aumentato nel 2019 e dovrebbe continuare a registrare un incremento, seppur contenuto, anche nel 2020. Particolarmente vulnerabili sono le piccole e medie imprese di trasformazione alimentare, che subiscono la pressione da parte dei rivenditori. Il tasso d’insolvenza del settore è basso e le prospettive per il 2020 sono stabili, senza alcun incremento previsto.

Il nostro approccio assicurativo si conferma aperto nei confronti di tutti i sotto-settori; tuttavia, monitoriamo con attenzione il contesto di forte concorrenza nel mercato interno del retail, in special modo per quanto riguarda molte piccole imprese che devono ritagliarsi uno spazio di nicchia o migliorare il rapporto con il cliente se vogliono evitare di soccombere alla pressione sui prezzi. Continuiamo a prestare particolare attenzione alle imprese alimentari dipendenti dall'export verso il Regno Unito, tenendo conto del fatto che molte di loro sembrano essere maggiormente in grado di rispondere alla Brexit rispetto al passato.

Market Monitor Alimentare Danimarca 2019 - Swot

 
 

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