Se la controversia commerciale sino-americana dovesse continuare, le imprese petrolchimiche statunitensi si troverebbero ad affrontare condizioni di mercato sfavorevoli con prezzi in calo.
- La disputa commerciale sino-americana ha iniziato ad avere un impatto sul settore
- Le aziende continuano a godere del vantaggio economico del gas di scisto
- I pagamenti richiedono in media fra 30 e 90 giorni.
L'industria chimica statunitense ha continuato a registrare buoni risultati nel 2018, beneficiando di forniture di energia e materie prime a basso costo e abbondanti. La recente riforma del regime fiscale per le aziende ha portato a un afflusso di rientro di denaro contante, utilizzato per rimborsare il debito delle aziende stesse, per alimentare nuove attività di sviluppo commerciale o per essere reinvestito in progetti direttamente negli Stati Uniti. Secondo l'American Chemistry Council, il volume totale della produzione chimica (esclusi i prodotti farmaceutici) è aumentato del 3,1% nel 2018 e dovrebbe crescere del 3,6% nel 2019, prima di scendere al 3,1% nel 2020 e al 2,2% nel 2021.
La produzione di prodotti chimici di base dovrebbe aumentare del 4,8% nel 2019 e del 4,3% nel 2020. Nel segmento prodotti chimici specialistici, la produzione aumenterà del 2,2% nel 2019, dopo una crescita del 3,7% nel 2018. I guadagni in questo segmento sono stati sostenuti dalla crescita dei prodotti chimici per giacimenti petroliferi, elettronica, rivestimenti, adesivi, cosmetica, aromi e profumi. Nei prossimi anni, la domanda dovrebbe crescere in linea con l'espansione del settore industriale ed edile statunitense.
L'industria chimica statunitense registrerà un disavanzo commerciale di 39 miliardi di dollari nel 2019, con un aumento delle esportazioni del 10% (pari a 143 miliardi di dollari), mentre le importazioni aumenteranno del 7,8% (pari a 105 miliardi di dollari). Supponendo che non si registrino problemi a livello di scambi commerciali, si prevede un disavanzo di 69 miliardi di dollari nel commercio di prodotti chimici entro il 2023. L'accesso ai mercati di esportazione sarà fondamentale, poiché la crescita delle esportazioni determinerà i guadagni dell'industria nel prossimo decennio (l'espansione della domanda globale sarà soddisfatta da prodotti chimici a base di petrolio di scisto provenienti dagli Stati Uniti)
Tuttavia, vi è il rischio che le attuali controversie commerciali peggiorino, con ritorsioni da parte dei partner commerciali che colpiranno l'industria chimica statunitense con il suo sostanziale disavanzo commerciale. Allo stesso tempo, l'aumento delle tariffe statunitensi sulle importazioni di prodotti chimici significherebbe che le aziende chimiche statunitensi dovrebbero pagare di più per le materie prime con conseguente impatto negativo sulla loro supply chain.
Nella controversia commerciale sino-americana in corso sono già state imposte tariffe su molti prodotti chimici e plastici (prodotti petrolchimici, plastica, fertilizzanti, prodotti chimici inorganici/organici). Il settore chimico statunitense risente già dell'aumento del costo delle materie prime importate dalla Cina, nonché delle ritorsioni tariffarie cinesi sulle esportazioni statunitensi. Nel 2018 le esportazioni americane di prodotti chimici verso la Cina sono aumentate solo del 2,7% dopo gli aumenti in doppia cifra registrati nel 2016 e nel 2017.
Nel settore petrolchimico, le aziende hanno investito molto nella costruzione di impianti petrolchimici, al fine di sfruttare le forniture di gas naturale a basso costo e l'accesso ai mercati internazionali attraverso lo Houston Ship Channel. Molte di queste importanti decisioni a livello di investimenti si sono fondate sull'aspettativa che la domanda cinese di prodotti chimici statunitensi sarebbe ulteriormente aumentata.
Se la controversia commerciale dovesse continuare, le aziende petrolchimiche potrebbero doversi scontrare con la dura realtà del mancato aumento atteso della domanda cinese, con conseguente aumento dell'offerta globale e crollo dei prezzi. Mentre le aziende chimiche statunitensi stanno ancora realizzando profitti grazie al basso costo del gas naturale, una persistente guerra commerciale con la Cina imporrebbe loro di vendere su un mercato globale più frammentato e competitivo e di trovare nuovi acquirenti (ad esempio, America Latina ed Europa) per sostituire la domanda cinese.
Il settore farmaceutico statunitense dovrebbe registrare una crescita del valore aggiunto del 2,4% nel 2019 e del 2,2% nel 2020. I progetti dell'amministrazione statunitense di abbassare il prezzo dei farmaci soggetti a prescrizione medica non si sono ancora concretizzati. La continua crescita della produzione e delle vendite dovrebbe essere sostenuta dall'invecchiamento della generazione del "baby boomer" e da un conseguente aumento della domanda di prodotti farmaceutici/sanitari.
I margini di profitto delle aziende chimiche e farmaceutiche statunitensi sono generalmente stabili e i ritardi nei pagamenti minimi. In media, i pagamenti nel settore sono corrisposti tra i 30 ed i 90 giorni. Il numero di insolvenze è basso rispetto ad altri settori e dovrebbe rimanere tale nel 2019, in linea con il miglioramento della domanda di prodotti chimici e farmaceutici. La nostra valutazione del settore chimico e farmaceutico rimane generalmente positiva o neutrale per il momento.
Poiché il settore è altamente frammentato e dipendente dall'economia nel significato più ampio del termine e dai costi dei fattori di produzione, è importante analizzare le tendenze dei singoli settori secondari e dei mercati finali. Le aziende chimiche statunitensi che operano in paesi in cui la valuta locale si è notevolmente svalutata rispetto al dollaro USA sono da monitorare da vicino.
Maggiore restrizione è però necessaria nella valutazione del segmento dei fertilizzanti, che risente di un contesto di mercato più difficile per l'agricoltura (debolezza dei prezzi delle materie prime, condizioni climatiche avverse e controversie commerciali in corso).
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