Mentre in passato il livello di insolvenza del settore automobilistico è stato basso rispetto ad altri settori industriali, nei prossimi 12 mesi si prevede un aumento fino al 3%.
- Pressione crescente sui margini di profitto dei fornitori
- Impatto limitato dei potenziali dazi punitivi da parte degli USA
- Aumento previsto dei ritardi di pagamento
La puntualità nei pagamenti è generalmente importante nel settore automobilistico francese e negli ultimi due anni le abitudini di pagamento si sono mantenute buone. Tuttavia, a causa delle crescenti difficoltà a carico dei fornitori, la situazione è destinata a peggiorare.
A partire dalla fine del 2018 le difficoltà nel settore automobilistico francese sono aumentate, soprattutto a causa del calo delle vendite di veicoli (-1,8% nella prima metà del 2019 secondo i dati dell’Associazione Europea dei Produttori di Automobili, ACEA) e delle normative ambientali più rigide, in particolare la procedura di prova per veicoli leggeri armonizzata a livello mondiale (WLTP). Ciò ha un impatto negativo soprattutto sui piccoli produttori di 1° livello e su molte imprese di 2° livello, che generalmente registrano una riduzione di fatturato e una contrazione dei margini di profitto con conseguenti problemi di liquidità per molti piccoli operatori.
Continuano le sfide per il segmento dei fornitori
Prevediamo un aumento di ritardi nei pagamenti nei prossimi 12 mesi. Mentre negli ultimi due anni il livello delle insolvenze si è mantenuto basso rispetto ad altri comparti, nei prossimi 12 mesi si prevede un aumento di circa il 3% soprattutto per quanto riguarda i fornitori più piccoli, fortemente indebitati e posizionati in fondo alla catena del valore (per esempio, le imprese che effettuano lavori di forgiatura o stampaggio e/o che producono componenti a basso contenuto tecnologico).
Questi segmenti hanno già dovuto risolvere alcuni importanti problemi strutturali in passato (esigenze elevate di capitale circolante con alti livelli d’indebitamento e di requisiti di finanziamento, concorrenza agguerrita e pressione sui prezzi). Il forte calo degli ordini (soprattutto da parte dei produttori di veicoli diesel) ha aumentato la pressione su molte imprese, in particolare dal punto di vista della liquidità.
La situazione è altrettanto preoccupante nel segmento dei piccoli concessionari francesi, dove si prevede un aumento dei casi di fallimento di oltre il 3% quest’anno. I concessionari subiscono la forte pressione da parte dei produttori OEM, che nel 2018 avevano fornito una quantità significativa di vetture e fissato obiettivi di vendita ambiziosi, mentre da allora sono diminuite le vendite di veicoli diesel. Pertanto, i concessionari più piccoli hanno difficoltà a finanziare i loro stock.
Al momento il nostro approccio assicurativo si conferma aperto nei confronti dei produttori OEM e dei grandi fornitori di 1° livello, grazie al loro solido profilo di rischio con buoni fatturati e margini. Tuttavia, alla luce di quanto esposto, all’inizio di quest’anno abbiamo iniziato ad adottare un approccio più prudente per quanto riguarda i fornitori di 2° livello e i piccoli concessionari.
Riteniamo che eventuali dazi all'importazione da parte degli Stati Uniti avranno un impatto limitato sui produttori e fornitori del settore automobilistico francese poiché la quota di export verso gli USA è molto bassa e non determina una modifica del rischio di credito del settore.
Sfide future, con alcuni fattori attenuanti
Guardando al futuro (standard più rigidi in termini di emissioni, espansione dell’e-mobility e della digitalizzazione), le imprese francesi di 1° e 2° livello non sono ancora al passo con alcuni concorrenti internazionali dal punto di vista dell’innovazione, ma stanno accelerando per colmare il divario. Le imprese beneficiano delle iniziative e dei fondi da parte del Governo a supporto di innovazione e Ricerca e Sviluppo (per esempio, la digitalizzazione). Con la riduzione del numero di imprese private e l’aumento di investitori che assumono il controllo, è in corso una transizione verso le innovazioni a maggior contenuto tecnologico (per esempio, la robotica) e lo sviluppo dell'export.
Il fatto che i produttori OEM francesi stiano introducendo misure di riduzione dei costi in modo da concentrarsi sugli investimenti in nuove tecnologie comporterà, in una certa misura, un aumento della pressione sui sub-fornitori nei prossimi 2/3 anni in termini di maggiore produttività e prezzi più bassi. Tuttavia, salvo nel caso di eventi imprevisti, non ci aspettiamo una pressione eccessiva sui fornitori da parte degli OEM in modo da evitare interruzioni nella catena di approvvigionamento. Si tratta di una lezione appresa durante la crisi economica del 2008-2009, quando l'acquisto di fornitori insolventi di 2° livello da parte di altre imprese ha spesso richiesto il supporto dei produttori OEM attraverso accordi in termini di volumi.
Non si può escludere un rischio di peggioramento qualora i fornitori non adeguino la loro produzione alle nuove esigenze e, al momento, la domanda dell’Industria 4.0 non dovrebbe registrare un calo significativo. Pertanto, benché le insolvenze nel settore stiano registrando un aumento e il rischio di credito stia crescendo, non si prevede un drastico peggioramento nei prossimi 2-3 anni.
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