Una prolungata carenza di semiconduttori nel 2022, unita agli alti prezzi delle materie prime, potrebbe mettere a dura prova i già ridotti margini dei piccoli fornitori automobilistici giapponesi.
Dopo la contrazione del 15,9% registrata nel 2020, la produzione del settore automobilistico giapponese dovrebbe crescere di circa l’8% nel 2021 e del 5% nel 2022. Le vendite di nuove autovetture, che lo scorso anno hanno registrato una riduzione del 17,2%, dovrebbero mostrare soltanto una modesta ripresa del 4% nel 2021 a causa della crisi dei semiconduttori e di un nuovo aumento di casi di Covid nel paese. Nel 2022 le vendite di auto vetture sul mercato interno dovrebbero crescere del 7%.
L’attuale carenza di semiconduttori ha determinato una flessione della produzione da parte dei grandi produttori di apparecchiature originali (OEM) a partire dallo scorso mese di agosto. Gli OEM giapponesi risentono anche della chiusura di stabilimenti automobilistici nel Sud-Est asiatico provocata da una recente impennata di casi di Covid nella regione. L’aumento dei costi dei semiconduttori ha determinato una contrazione dei margini di profitto dei fornitori giapponesi medio-piccoli.
Per quanto riguarda la mobilità elettrica, il governo ha aumentato gli incentivi a favore dei veicoli elettrici e punta a portare a 150.000 il numero di stazioni di ricarica entro il 2030. I principali OEM hanno aderito a e-Mobility Power, un progetto di joint venture che ha lo scopo di provvedere alla costruzione, alla manutenzione e al funzionamento delle stazioni di ricarica e della relativa infrastruttura elettrica.
I pagamenti nel settore automobilistico richiedono in media 30-60 giorni. Non abbiamo riscontrato un aumento significativo di ritardi di pagamento nel 2020 e nel primo semestre del 2021 e, alla luce della prospettive di ripresa per il prossimo anno, non ci aspettiamo variazioni. Il numero di casi di insolvenza dovrebbe mantenersi stabile nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, il protrarsi nel 2022 della crisi dei semiconduttori e dei prezzi elevati per le materie prime rappresenta un rischio al ribasso e potrebbe aumentare la pressione sui margini di profitto già limitati dei piccoli fornitori.
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