Elezioni Europee 2019

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  • Generale

29 maggio 2019

La politica europea a favore del commercio rimarrà probabilmente in vigore dopo le elezioni europee.

Sintesi

  • I risultati delle elezioni europee indicano che i partiti euroscettici hanno ottenuto seggi al Parlamento Europeo, ma non abbastanza per dettare le politiche future dell’Unione.
  • Il risultato elettorale ha poca influenza sull'agenda commerciale estera dell'UE, poiché i partiti euroscettici sono divisi quando si tratta di sostenere il libero scambio.
  • Nei prossimi mesi andranno nominati i vertici di Commissione Europea, Consiglio Europeo e Banca centrale europea.

Le elezioni hanno avuto luogo tra il 23 e il 26 maggio 2019 in 28 paesi europei che sono membri dell’Unione europea. Gli elettori in ogni stato membro votano per i partiti nazionali e questo determina il numero di seggi che tali partiti ottengono nel Parlamento. Ogni stato membro ha un numero fisso di parlamentari che dipende dalla dimensione della popolazione. Le elezioni del Parlamento Europeo hanno luogo ogni cinque anni e dall’ultimo voto, che si è tenuto a maggio 2014, sono avvenuti alcuni grandi cambiamenti, in particolare l'uscita annunciata dal Regno Unito dall'UE. Tuttavia, con Brexit in ritardo e in corso fino alla fine di ottobre 2019, il Regno Unito ha partecipato ancora una volta alle elezioni. Poiché il Regno Unito è ancora un membro dell'UE, il numero totale di seggi resta di 751 (mentre con la Brexit sarebbe sceso a 705).    

Il Parlamento Europeo detiene il potere legislativo, una responsabilità condivisa congiuntamente con la Commissione europea - il braccio esecutivo dell'UE. Il parlamento controlla anche le spese dell'Unione e adotta il bilancio annuale dell'UE. Inoltre, esso svolge un ruolo cruciale nella supervisione della Commissione. Se i due terzi del parlamento votano a favore di una mozione di censura contro la Commissione Europea, l'intera Commissione è costretta a dimettersi.

I partiti euroscettici guadagnano influenza

I risultati preliminari indicano che i partiti euroscettici hanno ottenuto quasi un terzo del totale dei voti. Durante le elezioni del 2014, i gruppi politici euroscettici avevano ottenuto il 28% dei voti. Tuttavia, è difficile fare un confronto esatto con il 2014, perché il panorama dei gruppi politici si è modificato, con la creazione della nuova alleanza nazionalista di destra Alleanza Europea per i Popoli e le Nazioni (EAPN). EAPN, che è stata fondata dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, porterà allo scioglimento di un certo numero di altri gruppi euroscettici. L'EAPN dovrebbe essere vista come la nuova incarnazione di ciò che prima era l’area nazionalista di estrema destra, l'Europa delle Nazioni e della Libertà (ENF), ma è probabile che attiri anche partiti da altri gruppi politici come l'EFDD.

I partiti euroscettici sono critici verso Unione europea e l'integrazione. Si va dagli euroscettici "soft" che si oppongono ad alcune istituzioni e politiche dell'UE e cercano riforme, fino ai sostenitori della linea dura che si oppongono apertamente all'adesione all'UE. I partiti euroscettici si possono trovare principalmente in quattro gruppi politici (famiglie politiche che rappresentano membri del parlamento ideologicamente allineati). All'estrema sinistra, la Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE-NGL) contiene un mix di partiti socialisti e comunisti euroscettici "soft" e "duri". A destra, ci sono gli euroscettici moderati, conservatori e riformatori europei (ECR) e l'estrema destra nazionalista alleanza nazionalista europea Alleanza Europea per i Popoli e le Nazioni (EAPN). Infine c'è il gruppo anti-establishment guidato dal Brexit Party di Nigel Farage e dal Movimento Cinque Stelle in Italia.

La maggiore influenza dei partiti euroscettici va a scapito dell'attuale blocco governativo costituito dal Partito popolare democratico cristiano (PPE), dal centro sinistra di Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) e dall’area centrista-liberale dall'Alleanza Liberale e Democratica per l'Europa (ALDE). Secondo i risultati delle elezioni questi tre partiti hanno ottenuto 437 sui 751 seggi disponibili. Nel Parlamento precedente erano 472 (il 63% del totale contro il 58% attuale). 

Composition of European parliament

Ciò che unisce i partiti euroscettici è la loro avversione verso l'Unione europea e la loro resistenza a un'ulteriore integrazione europea. Su molte questioni importanti, che variano dall'immigrazione alla disciplina fiscale, tuttavia, gli euroscettici sono fortemente divisi. Neanche per quanto riguarda il commercio esiste una posizione unitaria. Diversi partiti anti-UE non si oppongono al libero scambio (Alternativa per la Germania) o sono tra i suoi sostenitori più stabili (Legge e giustizia, o PiS). Alcuni altri, come il Movimento Cinque Stelle e il Front National, sono molto critici nei confronti dell'agenda del commercio estero dell'UE. Non vi è dunque da aspettarsi alcun cambiamento generale negli equilibri di potere nel Parlamento Europeo per quanto riguarda le decisioni relative al commercio. Secondo VoteWatch, la quota del Parlamento che tende a sostenere il libero scambio difficilmente cambierà molto dopo le elezioni europee. Nel settembre 2018 era stato calcolato che il 63% dei membri del Parlamento sostiene il libero scambio, rispetto al 59% di oggi.

Voting position on free trade

Per quanto riguarda la preparazione e la negoziazione di accordi commerciali, l'iniziativa non spetta al Parlamento Europeo, ma alla Commissione. Il Parlamento può presentare osservazioni e proposte e viene consultato durante i negoziati con un partner commerciale. Tuttavia, sull'accordo finale può solo esprimere un voto di accettazione o rifiuto. I partiti euroscettici possono cercare di rallentare l'agenda del commercio estero dell'UE, ma non saranno in grado di modificare radicalmente il corso della politica commerciale. Oltre a non avere una maggioranza in parlamento, c'è troppa divisione tra essi perché ciò avvenga.

Nomine importanti per il Consiglio e la Commissione Europea

Oltre a decidere la composizione del Parlamento europeo e l’indirizzo politico, il risultato delle elezioni europee può anche svolgere un ruolo cruciale nel determinare la leadership del Consiglio Europeo e della Commissione. L'attuale presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker il cui mandato scadrà nel novembre 2019. Il trattato di Lisbona afferma che il Consiglio Europeo dovrebbe presentare un candidato per il presidente della Commissione al Parlamento. Il parlamento deve quindi approvare la nomina con un voto a maggioranza. Prima delle elezioni europee, ogni gruppo politico ha presentato un candidato principale e la convenzione impone che il gruppo che ottiene il maggior numero di seggi vedrà il proprio candidato diventare il prossimo presidente della Commissione. Dal momento che il PPE è rimasto il più grande gruppo politico dopo le elezioni del 2019, il loro candidato principale, Manfred Weber (un cristiano-democratico tedesco) è il favorito per diventare il prossimo presidente della Commissione europea. Il secondo gruppo politico, S&D, ha indicato il socialdemocratico olandese Frans Timmermans. Anche se Manfred Weber è il primo candidato della lista, la nomina di un presidente della Commissione è altamente politica, e il panorama politico più frammentato renderà più incerto l'esito del processo di nomina. Tuttavia, è improbabile che i partiti euroscettici siano in grado di influenzare la decisione su chi diventi il prossimo presidente della Commissione, dal momento che l'attuale blocco governativo mantiene la sua maggioranza.Un'altra posizione di vertice da riassegnare è quella del presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, poiché anche il cui mandato finirà nel novembre 2019. Il Consiglio è composto dai capi di stato o di governo degli Stati membri dell'UE, insieme ai presidenti del Consiglio e Commissione. Il Consiglio elegge il proprio presidente a maggioranza. Come con il presidente della Commissione, la nomina di un presidente del Consiglio è un processo fortemente politicizzato. Il più grande partito al Parlamento - che dopo le elezioni del 2019 è ancora una volta il PPE - ha tradizionalmente le migliori possibilità di far nominare il prossimo presidente del Consiglio. Entrambi i precedenti presidenti del Consiglio, l'Herman van Rompuy e l'attualmente in carica Donald Tusk, sono ambedue ex primi ministri provenienti da partiti che fanno parte del PPE.

Il nuovo presidente della Banca Centrale Europea

Nell'ottobre 2019, dovrà essere presa una decisione su chi diventerà il successore di Mario Draghi come presidente della Banca Centrale Europea (BCE). Il presidente della BCE è eletto a maggioranza di voti nel Consiglio Europeo, la Germania ha indicato nell'agosto 2018 che prediligerà la presidenza della Commissione europea rispetto a quella della BCE. In linea con la lunga tradizione di trattative e scambi all'interno dell'UE, una presidenza della Commissione tedesca potrebbe comportare un compromesso con i francesi, il che significherebbe che la Francia assumerà la presidenza della BCE. Il favorito della Francia è Francois Villeroy de Galhau, il governatore della Banca di Francia (la banca centrale). Altri contendenti sono Erkki Liikanen (finlandese) e Philip Lane (irlandese), entrambi ex governatori delle banche centrali. Draghi ha sostenuto con convinzione misure volte a supportare la ripresa economica attraverso una politica monetaria espansiva. Non si prevede che il successore si discosti in modo sostanziale da questo percorso.

 

Theo Smid, economist

theo.smid@atradius.com

+31 20 553 2169

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