Come il Giappone eviterà perdite sui mercati export

Barometro sui comportamenti di pagamento

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20 maggio 2019

Le imprese in Giappone si concentrano più sul rafforzamento dell’attività di recupero crediti che sull’ approccio più strategico alla gestione del credito.

Come l'anno scorso, nel 2019, il PIL giapponese è destinato ad aumentare meno del 1,0%, Ciò  principalmente a causa di mercati di esportazione meno ricettivi. La domanda interna dovrebbe essere la base dell'espansione economica.

E' necessaria una politica di credito commerciale decisamente più liberale rispetto allo scorso anno, per proteggere la posizione competitiva delle esportazioni

Si prevede che la crescita delle esportazioni in Giappone rallenterà a causa della minore espansione commerciale globale, della minore domanda da parte della Cina e dell'aumento del rischio di protezionismo. La maggior parte delle imprese giapponesi (60%) esprime preoccupazione per la tendenza futura dell'economia sia nazionale che globale ed è pronta a rispondere ad un inasprimento delle condizioni sui mercati finanziari con riduzioni dei costi, che influenzerebbero la forza lavoro e la crescita del business.

In questo contesto, le imprese giapponesi segnalano una maggiore pressione sul mantenimento dei livelli di vendita, in particolare nell'export. Ciò potrebbe spiegare un utilizzo marcatamente più frequente del credito commerciale nelle transazioni B2B rispetto al passato. Rispetto allo scorso anno, le vendite B2B effettuate a credito dagli intervistati giapponesi sono aumentate del 21% al 67,2% del valore totale delle vendite B2B (rispetto al 55,6% dello scorso anno). Le vendite senza dilazioni, invece, si sono contratte al 32,8%, in calo rispetto al 44,4% dello scorso anno. Dopo l'Australia, questa è la percentuale più alta di scambi B2B a condizioni di credito nella regione Asia-Pacifico.

Aumenta il rischio di insolvenza, si riducono i termini di pagamento

 

 

Proportion of total B2B sales made on credit in Japan

 

 

 

 

 

 

 

La politica di credito commerciale più liberale osservata in Giappone non sembra essere supportata dall'estensione di termini di pagamento altrettanto ampi. I risultati dell'indagine rivelano, al contrario, che gli intervistati in Giappone richiedono ai clienti B2B di saldare le fatture in media 5 giorni prima dello scorso anno, vale a dire entro una media di 41 giorni dalla data della fattura. Sebbene siano più brevi rispetto allo scorso anno, questi sono i termini di pagamento più lunghi nell'area Asia Pacifico, dopo Taiwan (45 giorni) e sono notevolmente al di sopra della media di 32 giorni per la regione. Tuttavia, le condizioni di pagamento più brevi stabilite dagli intervistati giapponesi sono indicative di una percezione più forte del rischio di insolvenza dei clienti  rispetto all'anno scorso. A causa di questa marcata riduzione dei termini e dei pagamenti leggermente più rapidi da parte dei clienti, gli intervistati in Giappone sono ora in grado di incassare le fatture scadute  in 46 giorni, nove giorni prima rispetto allo scorso anno.

1 intervistato su 5 ha dichiarato di non avere un approccio strategico alla gestione del credito

Nonostante la loro politica del credito commerciale più liberale e una maggiore percezione del rischio di insolvenza  da parte dei clienti, è sorprendente che il 20% degli intervistati giapponesi (il doppio rispetto a quelli nella regione) dichiari di non avere un approccio strategico alla gestione del credito. Tra gli intervistati che utilizzano gli strumenti di gestione dei crediti, insieme a termini di credito più stringenti, il 39% concentra la propria attenzione sulla valutazione del profilo finanziario del potenziale acquirente, mentre il 34% accantona riserve per i crediti inesigibili.

Rimane stabile rispetto allo scorso anno la percentuale di crediti inesigibili

In media il 13,2% del valore totale delle fatture B2B emesse dagli intervistati in Giappone non è stato pagato alla data di scadenza, valore  nettamente al di sotto della media del 29,8% per l'area Asia Pacifico. Interrogato sull'impatto dei ritardi di pagamento dei clienti sulle loro attività, il 58% degli intervistati giapponesi (rispetto al 25% a livello regionale) non ha riportato alcun impatto, mentre il 22% (rispetto al 41% nella regione) ha riferito di aver bisogno di posticipare i pagamenti di fatture ai propri fornitori. Gli intervistati giapponesi sembrano essere molto più bravi a riscuotere fatture scadute. La proporzione delle sofferenze cancellate come inesigibili (1,1%) è rimasta in linea con il tasso dello scorso anno. Questo si confronta con una media regionale del 2,1%.

Gli intervistati in Giappone si sono concentrati sul rafforzamento delle attività di recupero crediti

 

Payment duration in Japan

 

 

 

 

 

La maggior parte degli intervistati in Giappone (71% rispetto al 47% in Asia Pacifico) non si aspetta che le abitudini di pagamento dei clienti B2B cambino nei prossimi mesi. La percentuale di rispondenti che prevedono miglioramenti (13%) non è marcatamente diversa da quella degli intervistati che prevedono un deterioramento (16%). Per proteggere la propria attività dal rischio di inadempienza da parte dei propri clienti B2B, nei prossimi 12 mesi il 57% degli intervistati giapponesi controllerà più spesso la solvibilità dei propri acquirenti e il 45% aumenterà le riserve accantonate per crediti inesigibili . Il 41% degli intervistati ha dichiarato che sta valutando di monitorare il rischio di credito dei propri clienti, aumentando il sollecito (promemoria di fatture in sospeso) e utilizzando più spesso i software di gestione del credito nei prossimi mesi. Vale la pena notare che quasi il 20% degli intervistati sta considerando l'outsourcing delle attività di recupero sulle fatture.

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