Asia Rapporto Paese Indonesia 2019

Rapporto Paese

  • Indonesia
  • Generale

28 marzo 2019

Le prospettive economiche a breve termine dell'Indonesia sono generalmente positive, ma rimane vulnerabile a una drastica riduzione dei flussi di capitale verso i mercati emergenti.

 

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Situazione politica

Successi nel miglioramento della stabilità economica

Dato il suo ampio indice di gradimento, si prevede che il presidente in carica Joko Widodo vincerà un secondo mandato alle prossime elezioni presidenziali previste per il 17 aprile 2019. L'esito delle concomitanti elezioni parlamentari potrebbe agevolare una più stretta collaborazione tra i rami esecutivi e legislativi del governo. I tre partiti principali - DP, Golkar e PDI-P - sostengono il principio del Pancasila e pertanto la laicità della politica indonesiana. Negli ultimi anni si è però assistito a un aumento dell'influenza dell'islam fondamentalista sulla società che è sfociato in una certa intolleranza di determinate sette e della minoranza cristiana.

L'amministrazione Widodo è riuscita a migliorare la stabilità economica riducendo gli oneri normativi e adottando riforme tese ad aumentare la produttività e l'afflusso di investimenti esteri diretti. Tuttavia, nonostante questi sforzi, la produttività economica rimane relativamente bassa, ostacolata dalla carenza di infrastrutture e dalla mancanza di manodopera qualificata. I successi nella lotta alla corruzione e nella riduzione della burocrazia rimangono limitati, soprattutto a causa di ostacoli a livello di governo locale.

Situazione economica

Una crescita economica trainata dalla domanda interna

Le prospettive economiche a breve termine dell'Indonesia sono generalmente positive, con tassi di crescita reale del PIL che dovrebbero mantenersi intorno al 5% nel 2019 e 2020, trainati principalmente dalla domanda interna. La spesa per le elezioni ha sostenuto i consumi privati nel 2018 e all'inizio del 2019, mentre gli investimenti delle imprese continuano a registrare un andamento al rialzo. La crescita degli investimenti è favorita principalmente dal miglioramento delle infrastrutture (costruzione di nuove strade, porti e centrali elettriche). Si prevede che l'espansione dei consumi pubblici rimarrà elevata nei prossimi due anni.

 

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L'aumento delle esportazioni ha iniziato a rallentare nel 2018, complice il calo della domanda da parte della Cina (soprattutto per le materie prime). In generale, il calo dei tassi di crescita cinesi e la virata del gigante asiatico verso un'economia più orientata al consumo hanno un impatto negativo sulle esportazioni indonesiane. Tuttavia, le esportazioni rappresentano solo il 22% del PIL, il che rende l'Indonesia meno vulnerabile alle flessioni del commercio mondiale rispetto ad altri paesi del Sud-Est asiatico. In ogni caso, il robusto settore interno indonesiano ridurrebbe l'impatto.

Si prevede che il disavanzo pubblico si attesterà in media attorno al 2% del PIL nei prossimi anni, nonostante una base imponibile piuttosto bassa. La cancellazione e/o la riduzione delle sovvenzioni all'energia dal 2015 ha contribuito a tenere sotto controllo il disavanzo di bilancio. Il debito pubblico dovrebbe rimanere a un livello sostenibile pari a circa il 35% del PIL nei prossimi cinque anni.

Aumenta la vulnerabilità agli shock esterni, seppur resiliente

 

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La posizione esterna dell'Indonesia è migliorata: sia il debito estero in relazione alle esportazioni di beni e servizi che il rapporto di servizio del debito relativamente elevato continuano a registrare una flessione, riducendo la dipendenza del paese dai capitali esteri. Il saldo annuale delle partite correnti è tuttavia costantemente negativo e il deficit è salito a oltre il 2,5% del PIL nel 2018, complici soprattutto un tasso di cambio più debole, il rincaro dei prezzi del petrolio e l'aumento delle importazioni di beni strumentali.

 

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L'Indonesia rimane vulnerabile a un forte calo dei flussi di capitali verso i mercati emergenti quali, ad esempio, un'ulteriore stretta monetaria negli Stati Uniti e/o una minore propensione al rischio dei mercati finanziari globali. Questa vulnerabilità è dovuta alla forte dipendenza dagli investimenti di portafoglio per il finanziamento dei disavanzi delle partite correnti, all'aumento del debito estero del settore privato e all'elevata quota di debito pubblico indonesiano detenuta da investitori stranieri (circa il 40%).

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Nei primi nove mesi del 2018 l'accresciuta avversione al rischio dei mercati finanziari ha portato a deflussi di capitali e a una rupia sottoposta a pressione. Il governo ha reagito con l'introduzione di tariffe di importazione su una varietà di beni di consumo tese ad abbassare la fattura di importazione del paese. Allo stesso tempo, la Banca centrale ha utilizzato le riserve di valuta estera e ha aumentato a più riprese il tasso di riferimento per sostenere il tasso di cambio della rupia.

Malgrado non sia possibile escludere un'ulteriore volatilità dei tassi di cambio nel 2019, è piuttosto improbabile un forte deprezzamento della valuta, in quanto la vulnerabilità esterna è mitigata da solidi risultati economici, politiche monetarie sane, un settore bancario resiliente e l'esistenza di un debito pubblico estero per gran parte a lungo termine. Tuttavia, le società indonesiane che hanno preso a prestito in valuta estera senza coprire il rischio di cambio potrebbero dover far fronte a problemi con le loro obbligazioni debitorie, nel caso di un ulteriore deprezzamento della rupia.

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