Italia: i fallimenti sono di nuovo in aumento

Barometro sui comportamenti di pagamento

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22 ottobre 2019

I problemi di liquidità delle imprese italiane sono esacerbati da un cattivo comportamento nei pagamenti da parte dei clienti, mettendo a dura prova il flusso di cassa e rallentando così la crescita.

I problemi di liquidità delle imprese italiane sono esacerbati dal comportamento di pagamento dei clienti. Ciò mette a dura prova il flusso di cassa, soprattutto per i piccoli fornitori.

Aumento delle vendite B2B a credito rispetto ad un anno fa

Analizzando i risultati per l’Italia emerge che il 52,9% del valore totale delle vendite B2B delle imprese intervistate è stato fatto a credito (in aumento rispetto al 46,0% di un anno fa).  Questo dato si pone al di sotto della media regionale (60,4%). Il maggiore utilizzo delle vendite a credito è probabilmente legato al contesto di insolvenza difficile per le imprese italiane, con i fornitori che prestano parte delle loro risorse liquide ai clienti sotto forma di credito commerciale. Inoltre, un utilizzo più ampio di vendite a credito potrebbe suggerire la necessità da parte delle imprese di stimolare le vendite sul mercato domestico, in un momento in cui i consumi delle famiglie restano modesti, e per mantenere la propria competitività sui mercati esteri. Ciò è particolarmente essenziale ora che il paese ha perso quote di mercato all’estero a causa del rallentamento economico in alcune delle sue principali destinazioni di export, oltre che per le persistenti incertezze riguardo alle politiche commerciali.

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I clienti B2B delle imprese intervistate in Italia hanno più tempo a disposizione per pagare le fatture rispetto a un anno fa

In linea con il maggiore ricorso alle vendite a credito rispetto a un anno fa, gli intervistati in Italia hanno concesso termini di pagamento più lunghi. Si tratta di un approccio coerente
con le politiche commerciali più rilassate adottate dagli intervistati, in base al fatto che termini di pagamento più lunghi rappresentano un fattore per incentivare le vendite. Secondo i risultati dell’indagine, i termini di pagamento concessi dalla maggior parte delle imprese italiane intervistate (80%) sono stati, in media, di 51 giorni dalla data della fattura (in aumento rispetto alla media di 46 giorni dello scorso anno). Il dato è sensibilmente più alto rispetto alla media per l’Europa occidentale (34 giorni).

Aumento della percezione del rischio di credito a causa del contesto di insolvenza
difficile

Le imprese italiane intervistate fanno ricorso a diverse tecniche di gestione del credito per mitigare il rischio di credito dei loro clienti e trovare un equilibrio tra i costi e i benefici del
maggiore volume di vendite a credito. La tecnica di gestione del credito maggiormente utilizzata è la valutazione dell’affidabilità creditizia dei potenziali clienti prima di adottare
qualunque decisione di credito. In base ai risultati dell’indagine questa tecnica è utilizzata in Italia da una percentuale maggiore di imprese (42%) rispetto alla media per l’Europa
occidentale (35%). Inoltre, il 29% degli intervistati dichiara di effettuare degli accantonamenti per crediti inesigibili, di monitorare il rischio di credito degli acquirenti e di utilizzare iniziative di messa in mora (sollecito delle fatture scadute).
Particolarmente degno di nota è il fatto che una percentuale maggiore di intervistati in Italia (27%) richiede modalità di pagamento sicure ai propri clienti B2B rispetto alla media per l’Europa occidentale (19%). Ciò evidenzia l’aumento della percezione del rischio di credito, specialmente ora che i problemi di liquidità delle imprese italiane continuano ad essere aggravati dal comportamento negativo in materia di pagamento, soprattutto da parte dei clienti domestici.

L’incasso delle fatture scadute richiede più tempo rispetto allo scorso anno

In base ai risultati dell’indagine in Italia, quasi un terzo (31,3%) del valore totale delle fatture B2B emesse dalle imprese intervistate nel corso dell’ultimo anno risultava insoluto alla scadenza. Si tratta di un dato più alto rispetto alla media per l’Europa occidentale (28,9%). Rispetto alla precedente indagine condotta un anno fa, la percentuale di fatture pagate alla scadenza da parte dei clienti B2B degli intervistati in Italia, è salita dal 57% al 65%. Tuttavia, i tempi di incasso delle fatture scadute sono aumentati se confrontati con lo scorso anno (in media 72 giorni dalla data della fattura rispetto ai 70 giorni di un anno fa). Ciò è probabilmente legato all’aumento delle fatture insolute a lungo termine. Questo dato è in contrasto con i risultati per l’Europa occidentale, che vedono un calo della durata media dei pagamenti da 55 a 52 giorni.

Le imprese italiane intervistate hanno registrato un numero più elevato di ritardi
di pagamento da parte di clienti B2B rispetto alla media per l’Europa occidentale

 
Nel corso dell’ultimo anno, gli intervistati in Italia hanno dovuto confrontarsi con un numero significativamente maggiore di ritardi di pagamento da parte di clienti B2B rispetto alla media per l’Europa occidentale. La percentuale di imprese italiane che riferisce che ciò non ha avuto un effetto negativo sul business (26%) è inferiore rispetto alla media per l’Europa occidentale (42%). In particolare, una percentuale più alta di
imprese in Italia (36%) ha dovuto adottare misure correttive a protezione del flusso di cassa o è stata costretta a ritardare i propri pagamenti ai fornitori (media per l’Europa occidentale: 26%). Il 28% degli intervistati in Italia (rispetto al 19% a livello regionale) ha dovuto ricorrere a finanziamenti aggiuntivi da fonti esterne per compensare le carenze di liquidità dovute ai ritardi di pagamento delle fatture. Per quanto riguarda l’incasso delle fatture scadute a lungo termine, le imprese italiane intervistate hanno dovuto confrontarsi con maggiori difficoltà rispetto allo scorso anno. I risultati dell’indagine mostrano un aumento della percentuale di crediti B2B considerati inesigibili pari al 2,1% del valore totale delle fatture (in crescita rispetto all’1,7% dello scorso anno). Si tratta di un dato
in linea con la media dell’Europa occidentale (2,2%). La minore efficienza nell’incasso dei crediti scaduti può influire significativamente sulle imprese e avere un impatto sui profitti.

Un quarto delle imprese intervistate in Italia e nell’Europa occidentale prevede
un peggioramento del comportamento in materia di pagamenti da parte dei clienti B2B
nei prossimi mesi

Il 55% delle imprese intervistate in Italia (e in Europa occidentale) ritiene che il comportamento in materia di pagamenti dei propri clienti B2B non vedrà un miglioramento significativo nei prossimi mesi. Inoltre, il 25% delle imprese italiane
intervistate si aspetta un peggioramento del comportamento in materia di pagamenti dei propri clienti B2B nello stesso periodo.
Il dato è in linea con la media degli intervistati a livello regionale. Il previsto peggioramento del comportamento in materia di pagamenti riflette l’aumento della percentuale di fatture scadute a lungo termine. Nell’ottica di migliorare la loro gestione del credito e proteggere la redditività contro il rischio di credito, la percentuale di intervistati in Italia (46%) che prevede di offrire sconti a fronte del pagamento anticipato delle fatture è più elevata rispetto alla media per l’Europa occidentale (26%). Il 44% degli intervistati (rispetto al 31% in Europa occidentale) intende monitorare il rischio di credito dei propri acquirenti su base più regolare. Una percentuale maggiore di intervistati in Italia (31%) rispetto alla media regionale (25%) ritiene che l’accesso al finanziamento bancario sarà più restrittivo nei prossimi mesi. Tra coloro che condividono questa opinione, il 35% (rispetto al 27% a livello regionale) prevede di ridurre i costi operativi in risposta alle condizioni di finanziamento più restrittive. Per il 33% delle imprese italiane intervistate (una percentuale in linea con la media regionale) le maggiori difficoltà di accesso al finanziamento bancario comporteranno dei ritardi negli investimenti o una riduzione della manodopera (licenziamenti o blocco delle assunzioni). 

Panoramica del comportamento in materia di pagamenti in Italia

Per settore commerciale

Le dilazioni di pagamento più lunghe sono concesse ai clienti B2B del settore italiano dei macchinari

In base ai risultati dell’indagine, i clienti B2B del settore italiano dei macchinari possono contare sui termini di pagamento più lunghi (in media 63 giorni dalla data della fattura). I termini di pagamento medi negli altri settori analizzati in Italia variano dai 60 giorni nel settore dell’ICT/elettronica ai 36 giorni nel settore dei metalli.

Il settore dell’ICT/elettronica registra i tempi di incasso più lunghi per quanto riguarda le fatture insolute

Nel corso dell’ultimo anno il rischio di credito nel settore italiano
dei trasporti ha registrato un peggioramento a causa del forte calo del numero di fatture pagate alla scadenza (51,7% rispetto al 68,0% lo scorso anno). In questo settore, la percentuale di pagamenti scaduti rappresenta il 42% del valore totale delle fatture emesse. Per quanto riguarda gli altri settori analizzati nel paese, la percentuale di fatture scadute oscilla tra il 37% nel settore dei beni durevoli di consumo, e il 26,0% nel
settore dei macchinari. I tempi di incasso delle fatture sono aumentati in modo significativo nel corso dell’ultimo anno nel settore agroalimentare (67 giorni rispetto a 62 giorni lo scorso anno), dei beni durevoli di consumo (79 giorni rispetto a 77 giorni lo scorso anno) e dell’ICT/elettronica (75 giorni rispetto a 67 giorni lo scorso anno).

Il settore dei trasporti in Italia registra la percentuale più alta di crediti inesigibili

Il settore italiano dei trasporti ha registrato la percentuale più alta di crediti B2B dichiarati inesigibili (4,2%). Il dato è in linea con il peggioramento del rischio di credito osservato nel settore. Per quanto riguarda gli altri settori analizzati nel paese, la percentuale media di crediti B2B inesigibili varia dal 3,5% nel settore dei metalli all’1,4% nel settore agroalimentare.

Per dimensione d’impresa

Le PMI in Italia hanno concesso le dilazioni di pagamento più lunghe ai clienti B2B

Le PMI italiane intervistate hanno concesso ai loro clienti B2B le dilazioni di pagamento più lunghe (in media 56 giorni dalla data della fattura). I termini di pagamento medi sono stati di 48 giorni per quanto riguarda le microimprese e di 31 giorni nel caso delle PMI.

Il pagamento delle fatture da parte dei clienti B2B delle microimprese italiane richiede più tempo rispetto a un anno fa

I risultati dell’indagine evidenziano che il 40% del valore totale delle fatture B2B emesse dalle grandi imprese in Italia risulta insoluto alla scadenza (un dato invariato rispetto a un
anno fa). Nonostante il calo della percentuale di fatture pagate alla scadenza (57% rispetto al 60% dello scorso anno), le grandi imprese italiane intervistate incassano le fatture scadute più velocemente rispetto a un anno fa (in media entro 55 giorni dalla data della fattura rispetto agli 80 giorni dello scorso anno). Le PMI intervistate riescono a incassare i pagamenti scaduti, in media, 76 giorni dopo la data della fattura (in calo rispetto a 79 giorni lo scorso anno). Per contro, le microimprese intervistate hanno registrato tempi di incasso più lunghi (in media 62 giorni dalla data della fattura, in aumento rispetto
a 55 giorni lo scorso anno).

Le PMI italiane hanno registrato i tempi di incasso più lunghi per quanto riguarda i
crediti insoluti

Con una percentuale media del 2,6% delle fatture B2B dichiarate inesigibili (in aumento rispetto all’1,7% lo scorso anno), le PMI in Italia registrano i tempi di incasso più lunghi per
quanto riguarda i pagamenti insoluti (oltre 90 giorni dopo la data di scadenza). Ciò è probabilmente legato all’aumento delle fatture insolute a lungo termine. Nel caso delle grandi imprese, la percentuale di crediti inesigibili è pari all’1,2% (in calo rispetto all’1,9% lo scorso anno). Per quanto riguarda le microimprese, questa percentuale è dell’1,5% (stabile rispetto a un anno fa).

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Massimo Mancini, Country Manager Atradius per l’Italia, ha commentato i risultati dell’indagine: “I casi di fallimento nell’Eurozona dovrebbero aumentare dell’1,2% quest’anno a causa del rallentamento della crescita legata all’incertezza politica ed alla debolezza del contesto commerciale globale.

La flessione registrata dal settore industriale è la causa primaria del rallentamento della
crescita economica e sta frenando l’andamento al ribasso delle insolvenze che avevamo registrato a partire dalla fine della crisi del credito.

Per quanto riguarda l’Italia, quest’anno ci aspettiamo un aumento del 4% dei casi di fallimento, principalmente a causa del peggioramento del contesto commerciale globale dovuto alle continue tensioni nelle relazioni comme ciali. In questo difficile contesto economico diviene essenziale per le imprese valutare con attenzione il rischio di insolvenza dei loro clienti concentrando le vendite su quelli che offrono buone prospettive di crescita.

In questo senso, l'assicurazione del credito commerciale diventa sempre più uno strumento strategico per assicurare che i fornitori raggiungano i suddetti obiettivi. Non esiste, infatti, nessun altro strumento di gestione del credito che fornisca lo stesso livello di informazioni sulla solvibilità e sulla protezione dei vostri clienti in caso di mancato pagamento.

L’assicurazione del credito commerciale sta diventando sempre più uno strumento strategico per garantire che i fornitori raggiungano gli obiettivi fissati. Infatti, non esiste
alcun altro strumento di gestione del credito in grado di fornire lo stesso livello di informazioni riguardo all’affidabilità creditizia dei clienti e un’adeguata protezione contro i rischi di mancato pagamento."

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