
Il Medio Oriente e il Nord Africa (MENA) hanno attraversato un periodo turbolento negli ultimi due anni, ma ora si intravede una luce all'orizzonte. Sebbene la guerra a Gaza sia ancora in corso, Israele ha stipulato accordi di cessate il fuoco con Hezbollah e l'Iran, limitando il rischio di un'escalation regionale. Gli attacchi degli Houthi alle navi lungo la rotta del Mar Rosso e il Golfo di Aden sono meno frequenti e più mirati rispetto al passato. La produzione di petrolio sta riprendendo dopo un periodo di moderazione seguito al boom del mercato petrolifero nel 2022. Inoltre, l'allentamento dell'inflazione e i tagli dei tassi di interesse stimoleranno la spesa delle famiglie in tutta la regione. Di conseguenza, la crescita reale del PIL nella regione MENA è destinata a quasi raddoppiare, passando dal 2,0% nel 2024 al 3,3% nel 2025 e al 3,8% nel 2026. Tuttavia, la regione rimane divisa, sia in senso geopolitico che in termini di potenziale di crescita economica. Un possibile fallimento della ripresa dei negoziati sull'accordo nucleare con l'Iran potrebbe portare a un nuovo intervento militare da parte di Israele e degli Stati Uniti, soprattutto vista l'incertezza sulle capacità e le ambizioni nucleari residue dell'Iran. Sul fronte economico, i paesi esportatori e importatori di petrolio devono affrontare sfide diverse. I paesi esportatori di petrolio avranno il vento in poppa. Con l'inversione dei tagli alla produzione di petrolio, continueranno a investire nella diversificazione economica. Per loro, la questione chiave è se questo slancio potrà essere mantenuto una volta che i prezzi del petrolio scenderanno ulteriormente dopo il 2027/28. Al contrario, i paesi importatori di petrolio fortemente indebitati hanno uno spazio fiscale limitato per investimenti che favoriscano la crescita. Sono necessarie riforme fiscali, ma i persistenti disordini sociali ostacolano questo processo.
La regione MENA è pronta per una notevole ripresa economica, superando ogni altra regione del mondo. Tra il 2024 e il 2026, la crescita reale del PIL dovrebbe quasi raddoppiare, raggiungendo un impressionante 3,8%. Sebbene questa impennata sia in gran parte legata alle dinamiche del mercato petrolifero, essa sottolinea anche la resilienza della regione MENA agli shock esterni. La regione è stata la meno colpita dalle tensioni commerciali globali e le ripercussioni delle zone di conflitto nel proprio territorio sono rimaste contenute.
Nei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), la crescita non legata al petrolio è robusta e guidata dalle riforme, con l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti che guidano gli ambiziosi sforzi di diversificazione del blocco. Nonostante il calo dei prezzi del petrolio, i governi hanno mantenuto lo spazio fiscale per continuare a investire, sostenuti da un debito pubblico contenuto, da ingenti fondi sovrani e da sforzi continui per mobilitare flussi di entrate non legati al petrolio. La reputazione della regione come approdo sicuro non è intaccata dall'elevata turbolenza regionale. L'aumento dei livelli di investimenti diretti esteri fornisce un ulteriore impulso finanziario al suo programma di trasformazione.
Per contro, le economie importatrici di energia della regione MENA stanno vivendo una ripresa più ciclica e trainata dai consumi, favorita dal calo dei prezzi del petrolio, dall'allentamento dell'inflazione e dalla diminuzione dei tassi di interesse. Tuttavia, gli investimenti sono frenati dal limitato spazio fiscale, dagli squilibri macroeconomici e dall'incertezza politica, mentre le tensioni socioeconomiche ostacolano le riforme. Per sbloccare una crescita più forte sono necessarie riforme fiscali favorevoli alla crescita e quadri politici più solidi. Il Marocco offre un modello promettente, che combina un graduale consolidamento fiscale con partenariati pubblico-privati per stimolare gli investimenti in settori strategici. L'Egitto potrebbe seguire l'esempio, allineando la stabilizzazione macroeconomica sostenuta dal FMI con un ambizioso programma di privatizzazioni.
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Impennata economica: la crescita reale del PIL della regione MENA è destinata a raddoppiare fino a raggiungere il 3,8% nel 2026, trainata dalle dinamiche del mercato petrolifero e dalla resilienza agli shock esterni.
I paesi esportatori di petrolio stanno investendo nella diversificazione economica, mentre quelli importatori sono limitati da uno spazio fiscale ristretto e da tensioni sociali.
L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti stanno guidando ambiziosi sforzi di diversificazione, sostenuti da un basso debito pubblico, ingenti fondi sovrani e crescenti investimenti diretti esteri.