Le debolezze strutturali del settore continuano a pesare sul rischio di credito
Dopo la forte crescita del 12% registrata nel 2022, la produzione del settore edile italiano dovrebbe mantenersi piatta nel 2023. Ciò è dovuto principalmente a una contrazione nel segmento dell'edilizia residenziale a causa dell’inflazione elevata e della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. Lo scorso anno, il “Superbonus” varato dal governo ha sostenuto gli interventi di ammodernamento energetico degli edifici (il piano accordava ai proprietari uno sgravio fiscale del 110% che consentiva di effettuare gli interventi a costo zero). Tuttavia, a partire dai primi mesi di quest’anno lo sgravio fiscale è stato ridotto al 90% e a causa dell'aumento degli interventi di ammodernamento, i prezzi degli impianti fotovoltaici, delle caldaie e dei serramenti hanno registrato un forte aumento.
Construction output Italy
Nel 2023 e negli anni a venire le attività del segmento dell’ingegneria civile saranno sostenute dagli investimenti in infrastrutture, sicurezza energetica e reti elettriche finanziati dall’Unione Europea attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nonostante il ritardo di alcuni progetti nel 2022, l’implementazione del Piano dovrebbe accelerare quest’anno.
I forti aumenti dei prezzi per l’energia e le materie prime hanno un impatto significativo sui margini di profitto delle imprese di costruzione. Benché il governo abbia fornito supporto nel 2022 nell’ottica di limitare questi effetti, le modalità di presentazione delle domande sono eccessivamente complesse e circa il 70% delle imprese non è ancora stato in grado di incassare i fondi. Alcune misure per adeguare il costo dei lavori ai prezzi di mercato escludono il settore privato e riguardano soltanto le opere pubbliche.
I pagamenti nel settore edile italiano richiedono in media 200-250 giorni. L’impatto maggiore del comportamento di pagamento negativo dei committenti pubblici si concentra soprattutto sulle piccole e medie imprese. Si prevede che i casi di ritardo e insolvenza registreranno un aumento nel 2023, in particolare per quanto riguarda le imprese attive nel segmento dell'edilizia residenziale. I casi di fallimento potrebbero toccare la doppia cifra, pur partendo dai livelli bassi registrati nel 2021 e 2022.
Le debolezze strutturali continuano a condizionare le prospettive di rischio di credito del settore. Queste includono margini di profitto limitati e forte indebitamento delle imprese, oltre alle condizioni stringenti di finanziamento. Le banche sono generalmente riluttanti a concedere prestiti alle imprese del settore edile a causa del livello storicamente elevato di fallimenti. La disponibilità delle banche a concedere prestiti all'edilizia si è costantemente ridotta (da 52 miliardi di Euro nel 2007 a 15 miliardi di Euro nel 2022).
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