Si prevede un aumento consistente dei fallimenti
Le prospettive per l'edilizia nel 2023 sono modeste a causa della bassa crescita economica prevista (+0,1%), dell’inflazione elevata e dell'aumento dei tassi di interesse. L’aumento dei costi per i materiali da costruzione e la manodopera, unito alle norme ambientali più stringenti, sta pesando sui costi di costruzione. Inoltre, le difficoltà di approvvigionamento di alcuni materiali continuano a causare ritardi.
Construction output France
Nel segmento dell'edilizia residenziale le pressioni inflazionistiche e le condizioni di credito più stringenti pesano in modo significativo sulle attività. Il mercato dell'edilizia non residenziale è in crisi a causa del calo degli investimenti negli spazi destinati a uffici e negozi e non si è ancora riportato ai livelli pre-Covid. Il flusso di ordini nel segmento dell’ingegneria civile nell’ambito dei progetti statali si mantiene basso poiché le autorità devono adeguare i propri bilanci all’inflazione più elevata.
A causa delle difficili condizioni di mercato, non sorprende che i margini di profitto abbiano iniziato a registrare una contrazione, una tendenza che proseguirà per il resto dell'anno. L'aumento dei costi per materiali ed energia ha un impatto significativo sui costruttori che hanno sottoscritto contratti che non prevedono clausole di revisione dei prezzi: questa tipologia di contratti è frequente negli appalti pubblici, ma rara nel mercato dell’edilizia residenziale, il che significa che le imprese di questo segmento non sono in grado di trasferire l'aumento dei costi sui clienti. Al momento le imprese di costruzione sono maggiormente indebitate rispetto al passato. Molte di loro hanno iniziato a fare ricorso a linee di credito a breve termine per fare fronte all'aumento del fabbisogno di capitale circolante; tuttavia, le banche sono generalmente poco inclini a supportare le loro esigenze di finanziamento.
I pagamenti nel settore edile richiedono in media 64 giorni (rispetto a 44 giorni per tutte le altre industrie). Sono soprattutto gli enti pubblici e le grandi imprese di costruzione a richiedere l’estensione dei propri termini di pagamento. Grazie alle misure di supporto da parte del governo, nel 2020 e nel 2021 i casi di insolvenza nel settore edile si sono mantenuti bassi. Tuttavia, ritardi e insolvenze sono tornati a crescere nella seconda metà dello scorso anno, riportandosi ai livelli pre-Covid. I motivi principali sono il forte aumento dei costi di costruzione e i problemi di liquidità dovuti alle difficoltà di accesso ai finanziamenti. Per quest’anno si prevede un peggioramento della situazione, con un aumento dei casi di fallimento di oltre il 40% rispetto allo scorso anno, in particolare per quanto riguarda le imprese più piccole. Per questa ragione, la nostra valutazione della situazione di rischio di credito è “Cupa” nei confronti di tutti i principali sotto-settori. Il segmento delle ristrutturazioni, in particolare degli interventi di ammodernamento energetico, è l’unico segmento che mostra elasticità poiché beneficia degli aiuti statali.
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