Paese / Lingua
Cambia paese
Scegliete un altro Paese o una regione per vedere i contenuti specifici della vostra località.
Selezionare la lingua
Pubblicazioni

Industry Trends Chimica Italia 2022

Il settore chimico è più resiliente di altri agli shock del mercato
1 Dec 2022
Nonostante la contrazione dei margini, i produttori chimici italiani sono ben capitalizzati e non dipendono eccessivamente da finanziamenti esterni, il che contribuisce alla loro resistenza. Industry Trends Chimica Italia 2022 Il settore chimico è più resiliente di altri agli shock del mercato   [Asset Included(Id:1435224921094;Type:AT_Media_C)]   Dopo la solida ripresa registrata nel 2021, i livelli di produzione e vendite del settore chimico hanno subito un forte rallentamento a partire dal primo semestre di quest’anno. Le esportazioni, che rappresentano uno dei principali motori di crescita del settore, sono crollate a causa della contrazione della domanda da parte dei principali mercati europei (Francia, Germania). La domanda interna dei settori dell'automotive e dei tessili si conferma modesta. Anche le vendite destinate al settore dell'edilizia stanno mostrando un rallentamento, con un effetto negativo sul segmento delle vernici e rivestimenti. Le forti pressioni inflazionistiche hanno un impatto negativo sul consumo di saponi e detergenti da parte delle famiglie. A causa dei prezzi attualmente molto elevati dell'energia e delle materie prime, i produttori chimici italiani devono confrontarsi con la concorrenza dei colleghi oltreoceano, mentre la domanda dei principali mercati di riferimento è in calo. Inoltre, vi sono problemi di approvvigionamento per quanto riguarda la virgin-nafta, una delle principali materie prime del settore chimico italiano. L'aumento dei prezzi di materie prime e gas ha spinto alcune imprese chimiche a sospendere la produzione e a ricorrere alla cassa integrazione. L’entità e la platea degli aiuti statali per proteggere le imprese dal caro-bollette non sono ancora chiare.   [Asset Included(Id:1435224920302;Type:AT_Media_C)]   Nonostante la contrazione dei margini di profitto, i produttori chimici italiani continuano a mostrare una buona capitalizzazione e non sono eccessivamente dipendenti dal finanziamento esterno. Ciò rende il settore maggiormente elastico agli shock di mercato rispetto ad altri comparti. Alla luce dei costi molto elevati per l'energia, si prevede un aumento dei ritardi di pagamento nei prossimi 12 mesi. Secondo i dati raccolti nell’edizione più recente del Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento, il DSO medio si attesta ad oltre 100 giorni e le imprese temono un ulteriore peggioramento del DSO nei prossimi mesi. I casi di insolvenza dovrebbero aumentare, pur partendo da un livello molto basso. L'eventuale carenza/razionamento di gas per un periodo prolungato determinerebbe un forte aumento del rischio di insolvenza, in particolare per i piccoli produttori e commercianti di gas. Nonostante le attuali sfide, valutiamo la situazione di rischio di credito del settore chimico italiano ancora “discreta” data la sua elasticità finanziaria e il basso tasso di insolvenza. I segmenti della chimica di base e della chimica di specialità continuano a registrare una performance positiva, mentre sta aumentando il rischio di credito nel segmento agrochimico, particolarmente in crisi a causa della carenza di materie prime che in precedenza provenivano dall’Ucraina e dalla Russia e i cui tempi di incasso sono storicamente lunghi.