Il valore aggiunto del settore alimentare e delle bevande in Gran Bretagna dovrebbe crescere del 2,5% nel 2019 seguito da un'espansione dell'1,6% nel 2020. Restano tuttavia grandi sfide da affrontare.
- I casi d’insolvenza dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2020
- Le piccole imprese di produzione e trasformazione alimentare continuano ad essere in difficoltà
- I pagamenti richiedono in media 45-60 giorni
Il settore britannico dei prodotti alimentari e delle bevande dovrebbe registrare una crescita del valore aggiunto del 2,5% nel 2019 e dell’1,6% nel 2020. Tuttavia, restano ancora delle difficoltà. Le oscillazioni dei tassi di cambio e il loro impatto sui costi delle materie prime continuano a rappresentare un problema per molte imprese britanniche di produzione e trasformazione alimentare che dipendono dalle importazioni (oltre il 45% degli alimenti consumati nel Regno Unito è importato). L’effetto positivo della recente ripresa della Sterlina è stato sinora limitato, poiché molti importatori britannici sono vincolati da prezzi contrattuali concordati a un tasso di cambio più basso.
Il risultato è che i costi di produzione delle imprese alimentari britanniche restano elevati a fronte di una possibilità limitata di trasferire gli aumenti dei prezzi sui rivenditori. L'ulteriore consolidamento del segmento del retail alimentare (in particolare tra i grandi rivenditori) e la crescente popolarità dei discount, che favorisce la pressione sui prezzi, continuano a pesare sui fornitori lungo la catena del valore.
Sfide importanti nel segmento dei prodotti ortofrutticoli
Dopo la contrazione del 2,3% registrata nel 2018, la crescita del valore aggiunto del sotto-settore della carne dovrebbe subire un ulteriore calo nel 2019 e 2020 (rispettivamente dell’1,6% e dello 0,4%). L'aumento dei costi di produzione ha un forte impatto sulle imprese che operano nel settore della carne fortemente dipendenti dalle importazioni e contribuisce ad aggiungere pressione sui margini di profitto già bassi. Inoltre il segmento della carne suina risente dell'aumento dei prezzi delle materie prime legato all'epidemia di peste suina africana. La scelta di una “hard Brexit” rappresenterebbe un grave rischio per il sotto-settore della carne.
Anche il segmento dei prodotti ortofrutticoli è fortemente dipendente dalle importazioni. Essendo composto prevalentemente da imprese medio-piccole, questo segmento è particolarmente esposto alle oscillazioni dei tassi di cambio poiché i prodotti difficilmente vengono acquistati in anticipo. Come nel segmento della carne, molte piccole e medie imprese non dispongono di sufficienti risorse e capacità/competenze per gestire in modo efficace la mitigazione del rischio attraverso contratti a termine e di copertura sui cambi. Inoltre, in questo segmento vi è un forte rischio di deterioramento dei prodotti (per esempio, a causa di ritardi ai porti d’ingresso data la durata di conservazione limitata).
La crescita del valore aggiunto del segmento dei latticini dovrebbe essere pari al 2,1% quest'anno e all'1,7% nel 2020. Pur non essendo fortemente dipendenti dalle importazioni di latte, le imprese di trasformazione alimentare risentono dell'aumento dei costi di produzione e della riluttanza da parte dei supermercati ad aumentare i prezzi di vendita. I contratti a prezzo fisso continuano a caratterizzare questo settore e tutti gli attori lungo la catena di approvvigionamento faticano a ottenere margini soddisfacenti a fronte di una riduzione dei prezzi o delle forniture.
Il segmento delle bevande continua a registrare un andamento positivo ed è dominato da grandi gruppi multinazionali che possono contare su solidi finanziamenti. Tuttavia, i dazi all’importazione di prodotti provenienti dall’UE recentemente imposti dagli Stati Uniti rappresentano una grave minaccia per il segmento del whisky scozzese (il secondo prodotto maggiormente esportato dalla Scozia).
Il potere contrattuale nei confronti dei rivenditori è limitato dal fatto che il segmento della produzione/trasformazione è dominato da operatori medio-piccoli in un mercato molto frammentato. I margini di profitto delle imprese alimentari hanno registrato un'ulteriore contrazione quest'anno e dovrebbero continuare a scendere anche nel 2020. Non contribuisce a migliorare la situazione il fatto che nonostante l'aumento del reddito, i consumatori britannici rimangono sensibili alle oscillazioni dei prezzi. Questa situazione influisce soprattutto sulle imprese di produzione/trasformazione che forniscono le catene di ristorazione. Nel 2019 queste imprese hanno proseguito nelle loro attività di fusione e acquisizione nel tentativo di migliorare il loro peso contrattuale nelle trattative sui prezzi con i grandi rivenditori, oltre che per diversificare la loro offerta.
Gli operatori più grandi premono lungo la catena di approvvigionamento in termini di prezzi e durata dei pagamenti
I pagamenti nel settore alimentare britannico richiedono in media 45-60 giorni. Alcuni grandi operatori continuano a fare pressione sui prezzi e a richiedere termini di pagamento più lunghi, aumentando i problemi di liquidità delle imprese più piccole. A causa dell'impossibilità di assorbire ulteriori aumenti dei costi di produzione e della maggiore pressione sui margini di profitto, i casi di ritardo e insolvenza sono aumentati quest'anno e questa tendenza dovrebbe proseguire anche nel 2020. Il numero di fallimenti nel settore alimentare dovrebbe registrare un aumento di circa l’8%; tuttavia, nel caso di una “hard Brexit”, l’aumento potrebbe essere ancora più significativo.
Alla luce dei problemi citati, il nostro approccio assicurativo si conferma restrittivo per quanto riguarda i segmenti della carne e dei prodotti ortofrutticoli. Adottiamo un approccio neutro nei confronti dei segmenti dei latticini e delle bevande, monitorando, soprattutto per quest’ultimo segmento, gli effetti potenziali dei dazi statunitensi. Anche se manteniamo un approccio generalmente aperto nei confronti del retail alimentare, la popolarità crescente dei discount sta favorendo alcuni cambiamenti strutturali in questo segmento con un intenso processo di consolidamento del mercato.
Come nel 2018, il livello dei casi di frode da furto di identità o attraverso società "a vita breve" continua ad essere decisamente elevato, soprattutto nei sotto-settori della carne e dei prodotti ortofrutticoli, e non ci aspettiamo un miglioramento nel 2020. Abbiamo notato un aumento del numero di spedizioni contestate, con clienti che mettono in discussione la qualità delle merci consegnate allo scopo di rinegoziare un prezzo più basso.
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