Market Monitor Alimentare Francia 2019

Market Monitor

  • Francia
  • Alimentare

17 dicembre 2019

La Francia è il sesto maggiore esportatore mondiale di generi alimentari, generando circa il 20% delle vendite all'estero, con posizioni di leadership in segmenti quali vino, zucchero e formaggi.

  • Margini in modesta ripresa nel 2019
  • Non è previsto alcun aumento significativo dei casi d’insolvenza
  • La Brexit e i dazi statunitensi rappresentano dei potenziali rischi al ribasso

Market Monitor Alimentare Francia 2019 - Panoramica
Market Monitor Alimentare Francia 2019 - Pil

 

Il settore alimentare è uno dei pilastri dell'economia francese: secondo l'Associazione di settore ANIA, nel 2018 il fatturato è stato pari a 184 miliardi di Euro, con una crescita dell’1,5% rispetto all'anno precedente. La Francia si conferma il sesto esportatore mondiale di generi alimentari con circa il 20% di vendite all'estero e una posizione di leadership in segmenti quali vino, zucchero, formaggi e pollame. Secondo il Ministero dell’Agricoltura francese, la bilancia commerciale del settore alimentare ha generato un surplus di 6,8 miliardi di Euro nel 2018, in crescita rispetto ai 5,5 miliardi nel 2017. L’andamento positivo è stato favorito soprattutto dalla ripresa delle esportazioni di grano lo scorso anno dopo i raccolti deludenti nel 2016 e 2017.

Tuttavia, analizzando i diversi segmenti, l'attuale saldo della bilancia commerciale è positivo soltanto nel caso di bevande, latticini e cereali; escludendo le bevande, la bilancia commerciale dell’intero settore mostra persino un disavanzo. Le imprese di trasformazione alimentare, in particolare nel segmento della carne, stanno perdendo quote di mercato interno a causa dell'assenza di competitività.

Le oscillazioni dei prezzi delle materie prime continuano a rappresentare un problema per queste imprese che hanno difficoltà a trasferire gli aumenti dei costi di produzione a causa dell'elevata concentrazione, del potere contrattuale dei rivenditori e della forte concorrenza da parte di altri operatori europei. Nel 2017 il Governo francese ha avviato una mediazione tra le imprese di produzione/trasformazione e i rivenditori in occasione degli Stati Generali dell'Alimentazione, il cui risultato sono state nuove regole in materia di negoziazione annuale dei prezzi. Tuttavia, la maggior parte dei produttori e sindacati continua a ritenere queste norme insufficienti.

Margini di profitto in ripresa, ma restano le sfide nel settore della carne

Dopo aver toccato il livello più basso nel 2018, i margini di molte imprese di trasformazione alimentare hanno registrato una moderata ripresa nel 2019 grazie alla riduzione dei prezzi delle materie prime in alcuni segmenti. Tuttavia, i costi per la manodopera continuano a rappresentare un problema a causa della difficoltà di reperire personale specializzato per lavori che sono considerati “impopolari”.

Mentre si registra una diminuzione del consumo interno di alcuni prodotti lattiero-caseari (latte, yogurt), la domanda di formaggi e prodotti biologici si conferma solida, con una quota di export elevata. Il segmento dei latticini ha beneficiato della riduzione dei prezzi del latte, del burro e dello zucchero nel 2018, dopo un’impennata nel 2017. Il numero di fallimenti in questo segmento è generalmente basso rispetto ad altri sotto-settori alimentari.

Per contro, il sotto-settore della carne è caratterizzato da un numero elevato di ritardi e insolvenze. In aggiunta alle difficoltà di trasferire gli aumenti dei prezzi e alla contrazione delle quote di mercato in favore di concorrenti esteri, il cambiamento delle abitudini dei consumatori rappresenta un ulteriore problema. Il consumo di prosciutto e carne bovina registra un calo strutturale legato a motivi salutistici e ambientali, mentre questo segmento risente inoltre dell'aumento dei prezzi dei fattori di produzione e della diminuzione dei prezzi delle pelli. La redditività delle piccole e medie imprese di trasformazione è sotto forte pressione. Nel segmento del pollame, la domanda crescente è sempre più soddisfatta dalle importazioni (soprattutto dalla Polonia). Nel 2019 il prezzo della carne suina ha registrato un forte aumento a causa dell’epidemia di peste suina africana in Cina, contribuendo ad aumentare ulteriormente la pressione sulle imprese di trasformazione.

La situazione nel segmento della vendita al dettaglio di prodotti alimentari si conferma difficile a causa della forte concorrenza e dei margini di profitto bassi. Molti grandi rivenditori sono in difficoltà, mentre nuovi operatori stanno espandendosi in modo aggressivo sul mercato. Inoltre, nel quarto trimestre del 2018 le vendite hanno risentito delle proteste del movimento dei Gilet Gialli.

Rischi al ribasso a causa della Brexit e dei dazi statunitensi

L’esperienza di pagamento nel settore alimentare è stata piuttosto negativa nel 2017 e nel 2018, in particolare nel segmento della carne. Benché la situazione si confermi difficile in questo sotto-settore, abbiamo notato una generale lieve diminuzione dei casi d’insolvenza e di ritardi nei pagamenti nel corso del 2019, grazie soprattutto alla flessione dei prezzi delle materie prime. Tuttavia, ci aspettiamo un nuovo aumento delle insolvenze alimentari nel 2020, soprattutto nel travagliato sottosettore della carne. Permangono i problemi attuali di volatilità dei prezzi delle materie prime che incidono sui margini, le guerre dei prezzi tra i dettaglianti, il cambiamento delle abitudini dei consumatori e le difficoltà di reclutamento del personale.

Il nostro approccio assicurativo si conferma neutro per quanto riguarda il segmento del retail e restrittivo nei confronti del segmento della carne. Il nostro approccio resta invece aperto nel caso delle imprese del sotto-settore delle bevande e dei latticini. Tuttavia, la dipendenza elevata dall'export di entrambi questi sotto-settori potrebbe rivelarsi un punto debole nel breve termine.  Brexit, recentemente imposto dagli Stati Uniti dazi di ritorsione sulle importazioni di prodotti alimentari dell'UE (in risposta al caso di sovvenzione Airbus del WTO) e la minaccia statunitense di pesanti dazi sulle importazioni francesi di bevande e prodotti alimentari (in risposta alla tassa sui servizi digitali in Francia) comportano rischi al ribasso. Ciò inciderebbe immediatamente sulle imprese più grandi, ma avrebbe anche un impatto indiretto sull'intera catena del valore.

I casi di frode continuano a rappresentare un problema nel settore alimentare francese, soprattutto nel segmento della vendita all'ingrosso di carne. La formazione dei nostri sottoscrittori in materia di rilevamento delle frodi è un requisito che contribuisce a identificare situazioni sospette. Vale comunque la pena di sottolineare che il numero dei casi di frode non ha sinora registrato un aumento nel 2019.

Market Monitor Alimentare Francia 2019 - Swot

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