Mentre il settore alimentare e delle bevande olandese continua ad espandersi, la crescita del valore aggiunto dovrebbe rallentare nel 2020, ma la redditività rimane generalmente elevata.
- Le questioni di natura ambientale rappresentano una grande sfida
- I pagamenti richiedono in media 45 giorni
- È previsto un moderato aumento dei ritardi di pagamento
Pur continuando a beneficiare di un buon andamento nel 2019 e nel 2020, la crescita del valore aggiunto del settore olandese dei prodotti alimentari e delle bevande dovrebbe rallentare rispetto al 2018. Il raccolto deludente dello scorso anno e la riduzione del numero di capi di bestiame determineranno una flessione della produzione di circa l’1% nel 2019. Tuttavia, la redditività delle imprese alimentari olandesi si conferma generalmente elevata, con prospettive stabili per il 2020.
Le vendite al dettaglio di generi alimentari sul mercato interno dovrebbero crescere di circa il 2% quest’anno e dell’1,5% nel 2020, ma gli aumenti dei prezzi avranno conseguenze sui volumi di vendita. Le vendite dei supermercati continuano a superare di gran lunga quelle dei negozi di specialità (i quali dovrebbero registrare una flessione delle vendite dell’1% quest’anno dopo il calo dello 0,5% registrato nel 2018). I negozi di alimenti biologici faticano a mantenere la propria posizione di mercato a causa del consolidamento da parte dei negozi più grandi in questo segmento e della forte concorrenza delle catene di supermercati. Le vendite online continuano a registrare una crescita a doppia cifra e la quota di mercato di questo segmento, che oggi è pari al 5%, dovrebbe portarsi al 10% nel 2025.
I Paesi Bassi sono uno dei principali esportatori mondiali di prodotti agroalimentari, in particolare carne e latticini (il 65% della produzione lattiero-casearia è destinato all'export).Nel 2018 le esportazioni hanno toccato 90,3 miliardi di Euro (+0,2% rispetto all’anno precedente dopo la crescita del 6% nel 2017 e del 4% nel 2016). I paesi dell’UE rappresentano oltre il 75% dell'export alimentare olandese, mentre il valore delle spedizioni verso Cina e USA ha registrato un forte aumento nei primi nove mesi del 2019.
Per le imprese olandesi che operano nel settore alimentare l’impatto dei dazi statunitensi all’importazione di alimenti dall’UE si è finora mantenuto piuttosto limitato e non dovrebbe avere particolari ripercussioni sull’export olandese. Birra e cacao, i principali prodotti esportati, non sono ancora coinvolti dai dazi, mentre i prodotti lattiero-caseari potrebbero registrare una perdita minima (inferiore allo 0,2%). Tuttavia, l’eventuale escalation delle controversie commerciali tra Cina e USA potrebbe avere ripercussioni negative sull’export olandese di bevande (birra).
La questione delle emissioni di azoto rappresenta una grande sfida
Le questioni di natura ambientale rappresentano una grande sfida per il settore agroalimentare olandese. Lo scorso mese di maggio la Corte Suprema olandese ha stabilito che la gestione delle emissioni di azoto da parte dei produttori e agricoltori olandesi violava la legislazione comunitaria. A partire da settembre di quest’anno alcuni importanti progetti edilizi e infrastrutturali (per un valore di circa 14 miliardi di Euro) sono stati sospesi, mentre un rapporto indipendente ha sollecitato misure drastiche di riduzione dei capi di bestiame e di modifica della composizione dei mangimi. Il settore agricolo produce il 57% delle emissioni di azoto dei Paesi Bassi, di cui la maggior parte (56%) deriva dai bovini. Nonostante la riduzione del numero dei capi a partire dal 2018, le emissioni totali di azoto hanno registrato una diminuzione trascurabile.
Per questo motivo, il clima d’incertezza è ancora elevato tra le imprese agricole e le previsioni indicano un calo del valore aggiunto pari allo 0,7% nel 2019 e allo 0,4% nel 2020. Non sorprende che questa incertezza abbia coinvolto anche i sotto-settori dei latticini e della produzione/trasformazione della carne. Mentre il segmento dei latticini sta beneficiando dell’aumento dei prezzi di vendita rispetto al 2018 (che contribuisce ad alleviare la pressione sui profitti operativi) e registra una crescita del valore aggiunto dell’1% quest’anno, il piano di riduzione dei fosfati per gli stabilimenti caseari e la questione delle emissioni di azoto determineranno una pressione strutturale sulla crescita in questo segmento.
Il valore aggiunto del sotto-settore della carne ha subito una flessione del 2,5% nel 2018 e dovrebbe mantenersi stabile quest’anno per poi tornare a crescere di circa l’1,5% nel 2020. Il cambiamento delle abitudini dei consumatori e le questioni di natura ambientale pesano sulle prospettive a lungo termine del sotto-settore, tenuto conto che l’allevamento intensivo sembra aver raggiunto la sua massima espansione e sono previste riduzioni significative in futuro.
Profitti ancora stabili e buona situazione finanziaria
Tuttavia, la performance a breve termine resta positiva. I Paesi Bassi sono il principale importatore ed esportatore di carne di pollame in Europa e le vendite stanno registrando un buon andamento nel 2019. Tuttavia, la carne di pollame a basso costo proveniente da Polonia e Ucraina fa aumentare la pressione in questo segmento. Le vendite di carne suina stanno beneficiando dell'aumento delle importazioni da parte della Cina (+55% tra gennaio e agosto di quest’anno) a causa dell'epidemia di peste suina africana in Asia. Mentre i prezzi di vendita della carne suina dovrebbero mantenersi elevati anche nel 2020, i costi più elevati influiscono negativamente sul livello di competitività dei produttori olandesi di carne rispetto ai concorrenti di altri paesi (per esempio Brasile e Stati Uniti).
I pagamenti richiedono in media 45 giorni e il numero di ritardi nei pagamenti, mancati pagamenti e insolvenze continua ad essere basso rispetto ad altri comparti industriali olandesi. Nel corso degli ultimi 12 mesi il segmento del catering/ristorazione ha tuttavia registrato un forte aumento dei casi di fallimento. Prevediamo che il livello delle insolvenze nel settore alimentare registrerà un aumento di circa il 2-3% nel 2019, con un ulteriore lieve incremento dell’1% nel 2020.
Alla luce della performance positiva a breve termine con margini di profitto stabili e una solida posizione finanziaria (le banche sono generalmente inclini a concedere prestiti, mentre il tasso d’indebitamento delle imprese alimentari olandesi è basso rispetto al resto dell’UE), il nostro approccio assicurativo si conferma aperto o neutro nei confronti della maggior parte dei sotto-settori. Nel segmento del retail adottiamo un approccio più restrittivo per quanto riguarda i negozi di alimenti biologici e le imprese attive nel sotto-settore del catering/ristorazione.
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