L'economia irlandese dovrebbe crescere del 2,5% circa nel 2019, ma rimane esposta alle incertezze economiche in corso derivanti dalla decisione Brexit.
Riduzione delle insolvenze attesa per il 2019
Dopo sei anni di aumenti, a partire dal 2013, le insolvenze delle società irlandesi hanno registrato un calo annuo del 13% nel 2018. Tuttavia, questa tendenza positiva dovrebbe vedere la fine nel 2019, con un leggero incremento dei fallimenti. La ragione principale di questo incremento è imputabile all'elevata incertezza intorno alla Brexit, con i settori manifatturiero e alimentare più esposti a causa della loro forte dipendenza dalle esportazioni verso il Regno Unito. Entrambi potrebbero risentire della volatilità dei tassi di cambio e di potenziali perturbazioni degli scambi transfrontalieri.
L'ombra della decisione sulla Brexit
Nel 2018 l'economia irlandese ha registrato una forte crescita imperniata sull'aumento delle esportazioni e su una solida domanda interna. Nel 2019 e nel 2020 l'espansione del PIL dovrebbe decelerare a causa del calo delle esportazioni. Secondo le previsioni, la domanda interna rimarrà sostenuta, trainata dall'aumento dell'occupazione e dalla crescita dei salari. Il mercato immobiliare continua a essere vivace, caratterizzato da un'ulteriore espansione dell'attività edilizia. L'inflazione dovrebbe salire a circa il 2% nel 2019, trainata principalmente dall'innalzamento dei salari.
A causa dell'austerità fiscale del passato, il disavanzo di bilancio è diminuito e il debito pubblico, pur essendo ancora consistente, si è ridotto.
Le prospettive economiche sono più incerte rispetto al passato. Poiché il mercato del Regno Unito rappresenta circa il 15% delle esportazioni di beni e il 20% dei servizi irlandesi, una potenziale recessione economica britannica e l'esito delle attuali trattative UE-Regno Unito (destinate al raggiungimento di una soluzione di tipo “soft leave” o “hard leave”) potrebbero avere ripercussioni immediate sui risultati economici dell'Irlanda.
Un'altra questione è rappresentata dall'elevato indebitamento di alcune famiglie e imprese, che le rende vulnerabili a futuri aumenti degli interessi da parte della Banca centrale europea.
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